martedì 16 settembre 2014

Taccuino di San Pietroburgo condiviso con Igor Kopilov. (seconda puntata).

 Manifesta 10Diritti e i privilegi.


Diritti civili, libertà di espressione e rispetto della creatività sono i temi cardine delle opere di Erik Van Lieshout e Marlene Dumas; la vita sovietica traslata nelle opere di Dominique Gonzalez-Foerster e Elena Kovylina. 



Come non appassionarmi all’opera di Erik Van Lieshout dal titolo Basement, dedicato ai gatti?
 Igor lo sa e fotografa anche qualche gatto dell’Hermitage che prende beatamente il sole. Anche se la lotta non è finita! 
L’artista olandese interessato ad aspetti della vita e della storia che sfuggono ai più, trovandosi all’Hermitage, ha dedicato il suo lavoro ai gatti del Palazzo.
Igor mi racconta che nella seconda metà del XVIII secolo il Palazzo d'Inverno era funestato da topi, l'imperatrice Elizaveta Petrovna (1709-1761), figlia di Pietro il Grande, regnò per vent’anni e per risolvere il problema introdusse nei sotterranei dell'Hermitage un'intera comunità di gatti. Nel periodo sovietico però i gatti furono vittima della recessione, vennero cancellati i sussidi per la loro cura, introdotti dall’imperatrice. La colonia fu poi decimati durante l'assedio di Leningrado. Dopo la seconda guerra mondiale altri gatti furono introdotti nelle cantine del palazzo e ancora ci vivono.
Erik Van LieshoutBasement, 2014
Erik Van Lieshout ha lavorato per loro. Ha costruito nuove casette, cucce, ha fatto loro ritratti, inventato un habitat molto adatto alla vita felina. I cunicoli nel cortile sono un fantastico Hermitage felino, rappresentano gatti e vita felina ma parlano di libertà di espressione, creatività e diritti civili. 
Il tunnel felino conduce in uno spazio nel quale è proiettato Egalitè (2014), il video di Elena Kovylina che ritrae una performance politica che si svolge nella piazza davanti al palazzo d’Inverno. 
Dei cinquanta che partecipano a Manifesta 10, solo quindici artisti espongono effettivamente all’Hermitage, inghiottiti dal suo gigantismo, opulenza, storia e opere di qualità e fama immensa.
Nel cortile The Handkerchief’s Opera, di Dominique Gonzalez-Foerster commissionato appositamente per Manifesta 10, non passa inosservato, ma l'aspetto decorativo prevale.  
E’ composto da una serie di “fazzoletti” giganti, come tende svolazzanti che riproducono alcune opere di artisti storici. Campeggiano il ricamo di “I have been to hell and back. And let me tell you, it was wonderfull” di Louse Bougeois, un velo rappresenta la stoffa da tenda a righe di Daniel Buren, uno il “Quadrato nero” di Malevič
Dominique Gonzalez-Foerster pare ispirarsi allo scrittore Sigizmund Krzhizhanovsky (1887-1950) che ha espresso l’inquietudine dell’individuo nella società sovietica degli anni Venti e Trenta. I suoi racconti dalla prospettiva straniante, satirico favolosa, sono stati pubblicati soltanto dopo il 1989.
Quadraturin uno dei racconti di Krzhizhanovsky è ambientato in epoca sovietica, quando agli individui sono assegnati non più di nove metri quadrati di spazio vitale. La stanza "scatola di fiammiferi" di Sutulin è inferiore al limite di legge - così piccola che riesce a malapena a muoversi - ma poi gli viene offerto un Quadraturin. Riveste le pareti e la stanza si espande, ma Sutulin trova che con tutto questo spazio ritrovata ha delle conseguenze inaspettate.
Altra cosa è l’operazione di Marlene Dumas artista sudafricana, tra i pochi al Palazzo d’Inverno, che affida la sua opera ai volti del passato, per parlare del presente. Un passato e un presente, che hanno tante cose in comune: ancora tanto disprezzo per i diritti civili, la libertà di espressione e il rispetto della creatività.
La protesta si fa ancora sui volti delle persone e attraverso esse. I ritratti di grandi artisti, scrittori e filosofi russi e gay. Su fogli da disegno, attaccati con semplici puntine, l’artista ha raffigurato i volti di personaggi importanti del secolo scorso, per i quali l’omosessualità ha rappresentato una forte discriminazione. Da Nureyev a Diaghilev, ogni ritratto è accompagnato da una didascalia scritta a mano dalla Dumas. Apparentemente nessun dramma in quei volti. Solo i bozzetti per un possibile ritratto. Se non fosse che le scarne informazioni, tutte assieme, svelano un disegno più ampio, un progetto: la schedatura del diverso, il suo riconoscimento e il futuro annientamento.
Per Van Lieshout i gatti, per la Dumas gli intellettuali discriminati a causa del loro orientamento sessuale.
Per affrontare il tema dei diritti non è necessario scandalizzare con i bassi istinti.

ARC
I K

Indice delle puntate:
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