Oggi, l’attrazione o la repulsione verso certe sfumature cromatiche è puramente commerciale. Il colore è qualcosa di astratto, emotivo, non è collegato a un pigmento specifico, poiché tutti i colori hanno origine nell’industria chimica e non sono collegati in alcun modo ai pigmenti del passato e ai luoghi di origine dei materiali. Non c’è alcun motivo perché un colore risulti interessante e un altro mediocre, pericoloso o prezioso se non per moda. Certo la storia simbolica ha il suo peso, ma è appunto stratificazione culturale. Qualsiasi manufatto oggi può essere decorato con tutti i colori percepibili dall’occhio umano. Abbiamo persino il colore dell’anno. Per il 2021 Pantone suggerisce Ultimate Gray e Illuminating rispettivamente grigio freddo, neutro e giallo caldo.
Di recente, un colore, il giallo è divenuto il mezzo per una
rivendicazione ideologica di arte
non-arte. Nel 2012, Black on Maroon della
serie dei Seagram Murals della Rothko Room Tate è stata vandalizzata
da un tale, sedicente dadaista, appartenente al movimento yellonista secondo un
manifesto pubblicato sulla rete detto Yellowismo, traducibile in Giallonismo o
Giallismo. Se lo cercate su Google nella traduzione italiana non ce n’è
traccia. Google vi dice che, testuali parole “Sembra che non ci siano risultati molto pertinenti alla tua ricerca Suggerimento:
Prova a utilizzare parole che potrebbero apparire nella pagina che stai
cercando. Ad esempio, "ricette di torte" invece di "come fare
una torta". Serve aiuto? Consulta altri suggerimenti per cercare su
Google.
A quanto pare per Google il
Giallonismo è un tipo di pasticceria.
Sorvoliamo sui contenuti del
manifesto, l’aspetto interessante è l’ennesimo ricorso ai colori per definire
un concetto più ampio e complesso. Il giallo opposto ai bruni, al grigio, al
marrone, rosso e spesso ai violacei colori di Rothko; il giallo privo di
sfumature, come anarchica affermazione opposta alle sovrapposizioni multistrato
e vibranti, spesso trappole psichiche per i visitatori alla ricerca di qualcosa
di metafisico, il giallo come imperativo ideologico. Associarsi ad un colore restituisce autostima, eppure, dopo un lungo restauro Black on Maroon è tornato al suo posto
e del Yellonismo non si sente più parlare.
Il nero è associato solitamente alla morte. Ignoravo fino a che punto, letteralmente e non per superstizione o leggende popolari, lo sia realmente. Il nero contemporaneo è come ogni altro colore un prodotto dell’alta tecnologia. Un tempo era il prodotto di un processo oscuro. Evoca morte dagli albori della storia. Gli esseri umani ne sono affascinati e respinti da sempre. I primi disegni in grotta sono prodotto di combustione cioè figli del fuoco, ossia della luce, e sono nere.
Per millenni la creazione dei
colori ha rappresentato un esercizio faticoso, costoso, spesso anti-ecologico,
pericoloso, crudele e spesso moralmente riprovevole. La provenienza dei
pigmenti era la più varia: minerale, animale, vegetale. Una tavola medievale o
una tela barocca contengono oltre al colore di cui sono fatte anche la spirito
della società che li ha prodotti, le superstizioni, la superficialità con cui
si affrontava il pericolo, la salute o la vita stessa, nonché l’esercizio del
potere. La storia di certi colori è spesso fortuita, talvolta divertente in
alcuni casi alquanto inquietante.
TACCUINO
Il Bruno Mummia
Le
mummie per secoli sono state dissotterrate e riutilizzate per gli scopi più
disparati. Ai profanatori spesso interessava il bitume. La parola persiana per
bitume era mum o mumiya, il che aveva portato a credere che le mummie
contenessero proprio quella sostanza – senza contare il fatto che i resti
mummificati erano molto scuri. Il bitume (e dunque le mummie) era utilizzato
come medicinale. C’è stato un periodo in cui il commercio delle mummie
impazzava. La “Turkey Company” nel XVI secolo importava mummie per l’Impero
Britannico. Nel 1586 John Sanderson, agente della ditta in questione importò
trecento chili di parti assortite e una mummia intera per rifornire i
farmacisti di Londra. Dato che i farmacisti spesso commerciavano pigmenti, non
è così sorprendente che questa ricca polvere marrone si trovasse anche sulle
tavolozze dei pittori. Il bruno di mummia iniziò ad essere utilizzato come
pigmento – di solito mescolato con vernice d’ambre e un olio in fase di
asciugatura – a partire dal XII secolo e rimase in voga fino al Novecento. Il
pittore preraffaellita Eduard
Burne-Jones non si era reso conto del collegamento tra il bruno di mummia e
le mummie vere e proprie fino a un pranzo domenicale nel 1881, quando un amico
gli raccontò di averne appena vista una nello stabile di un fabbricante di
colori. Burne-Jones ne fu talmente orripilato da correre nel suo studio per
recuperare il tubetto bruno di mummia e <<dargli degna sepoltura>>.
[diario di Georgiana Burne-Jones, citato in S. Woodcock op. cit., p.91] All’inizio
del XX secolo la richiesta di bruno mummia era divenuta comunque così
irrilevante che uno dei negozi d’arte di Londra aperto nel 1810 ne smaltì le
scorte solo negli anni sessanta del Novecento.
Nonostante frutto di alta tecnologia e non
estrazione da esseri defunti millenni fa, il nero è ancora il colore dello
scandalo. Da qualche anno infatti va in scena la recita del nero Kapoor, black hole, il nero più nero al mondo,
il pigmento puro che cancella o nasconde la forma, produce illusioni della
mente, percezioni distorte dello spazio fisico e metafisico, l’illusione del
vuoto.
TACCUINO
Il nero più nero al mondo. La vernice è stata sviluppata e brevettata
dall'azienda britannica Surrey
NanoSystems (che detiene la proprietà del marchio registrato col nome Vantablack:
Vertically Aligned NanoTube Arrays ovvero
schiere di nanotubi allineati verticalmente). Il composto è un insieme di
nanotubi verticali di carbonio “cresciuti” alla temperatura di 400 °C su un
substrato mediante un particolare processo di deposizione chimica da vapore.
ARC
1 Felix Duque, Terrore oltre il postmoderno, per una filosofia del terrorismo, edizioni ETS, 2006
opere
Anish Kapoor, Dark
Brother, 2005, MADRE, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee,
Napoli.
Anish Kapoor, Discesa nel Limbo, 1992-2018
Mark Rothko, Red on Maroon, 1956, Tate Gallery, London
Mark Rothko, Untitled (Black on Gray), 1969-70, Salomon R. Guggenheim
Museum, N.Y
Mark Rothko, No.2, 1963, Walker Art Center, Minneapolis
Riferimenti bibliografici
Kassia St Clair, La
trama del mondo
Kassia St Clair, Atlante
sentimentale dei colori
Michel Pastoreau, Nero.
Storia di un colore