Incontro Tatiana Villani nel suo studio a Viareggio.
ARC – Cosa stai realizzando in questo momento?
TV – Sto
leggendo. Mi è capitato più di un a volta di leggere dei libri e pensare:
<<Oh caspita, è quello che ho fatto e non lo sapevo>>. Mi era
capitato prima con Il mostruoso
femminile. Il patriarcato e la paura delle donne di Jude Ellison Sady Doyle
quando avevo creato i miei figlioli tutti deformi, i semi, eccetera, poi avevo
trovato Anna Lowenhaupt Tsing Il fungo alla fine del mondo e l’idea
delle comunità informali. In questi giorni ho ripreso in mano Chthulucene. Sopravvivere
su un pianeta infetto di Donna J. Haraway. Non avevo mai trovato il
momento giusto per leggerlo.
ARC – Qual è il centro di Chthulucene? Di cosa tratta?
ARC – Una sorta di ibridi.
TV – Sì. Di
solito sono animali che vivono ai
margini, che non sono quelli amati e mitici, sono animali tentacolari che non
vediamo e ci fanno un po’ schifo.
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Gianni, silicone e unghie sintetiche, 2019 |
ARC – Animali che vivono in ambienti ctoni, al
buoi, sotto il mare, nelle grotte.
TV – Sì. Lei
parla tantissimo dei coralli e dei licheni che sono stati lo specchio di quello
che stavamo costruendo. A partire da lì che si è parlato nel mondo geologico di
Antropocene. Fine Novanta, primi
Duemila. Antropocene era diventato questo termine cappello per dire:
<<stiamo modificando>>.
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Germina, Razza, Orto Botanico, Lucca, 2021 |
ARC – Se n’è un po’ abusato, col rischio di
utilizzarlo per qualunque cosa, soprattutto in ambito letterario.
TV – Adesso se
ne parla meno, perché si rischia di creare detriti. Haraway passa da Antropocene a Capitalocene.
ARC – Più interessante.
TV – Anche più
reale. Perché non è l’uomo in sé che distrugge, quanto il capitale.
ARC – Certo, il capitale che in età moderna, dall’epoca delle scoperte geografiche fino
al commercio triangolare, infine definitivamente, con l’industrializzazione
ottocentesca è quello che infetta.
TV – Con il
carbone. Con il carbone si è creata questa questione sul bioma. Siamo passati da una condizione più simbiotica ad una condizione
estrattiva. Haraway dice che siamo in un’era del Capitalocene che ci ha portato in un mondo infetto. Non parla di
emergenza, parla di urgenza perché
non le piace l’idea della fine del mondo, perché deresponsabilizza, mentre
l’urgenza ci dice <<Ok, c’è qualcosa che dobbiamo fare>>. C’è
questa prospettiva vitale.
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In studio, Seed and Körperland, particolare |
ARC – Quando si parla di fine del mondo c’è sempre questa accezione mistico religiosa, fuoco, terremoti, maremoti ecc.
TV – La fine del
mondo è distopica e la distopia è depressiva. Mentre l’utopia che è costruzione
deve prevedere degli spiragli di speranza. Da Capitalocene Haraway passa a Chthulucene. In questa nuova fase
individua un essere ctonio simile ad un ragno, un essere tentacolare che si
chiama Chthulu.
ARC – Ricorda la divinità del ciclo di Cthulu di
H. P. Lovecraft, precursore del New Weird.
TV – Precisamente. Haraway si inventa un mondo. Parla di “mondeggiare fs” (si inventa le parole), dove fs è la sigla che raccoglie fantascienza, che raccoglie femminismo sovversivo, che raccoglie tante cose sotto la sigla fs, quindi non è univoca.
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Work in progress, rapporto scultura-gatto, 2023 |
ARC – In comunità. Esseri che crescono in autonomia seppure in comunità simbiotica e creano mondi giganteschi, basta pensare alle barriere coralline e altri sistemi.
TV – Delle barriere coralline parla tantissimo,
perché è il sistema che è stato colpito di più nell’Antropocene e Capitalocene.
Dice che la morte delle barriere coralline a noi sembra la morte di ecosistemi
e biodiversità, ma non è solo quello, è anche la nostra morte. Perché ci sono
tante persone che lavorano, comunità che si spostano ecc. sono effetti a
catena.
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Naturalia, semi di Acacia, disseminazione, 2021 |
ARC – Di recente ho sentito di un essere, a me
sconosciuto, il Vermocane, che sta creando problemi ai pescatori siciliani.
Attaccherebbe - non si capisce bene perché, dato che è un animale piuttosto
mite che vive nei fondali e si nutre di carcasse - i pesci in rete per mezzo di
setole urticanti, danneggiandolo. Non sarebbe una minaccia in se e per se, ma i
pescatori siciliani sono in allarme perché il pescato in questo caso non è
vendibile.
TV – Sono
effetti a catena che colpiscono i pesci nella rete, l’economia del pescatore
che non li può più vendere ecc.
ARC – In questo periodo sei impegnata nella
lettura di Donna Haraway. Hai in previsione un progetto impostato su Chthulucene?
TV – In questo
caso in realtà è stato più un chiarimento di quello che ho già fatto. Ho
provato a costruire dei sistemi scientifici attraverso oggetti che in realtà
non esistono ma esistono i modi in cui questi oggetti si comportano. Per
ricostruire ecosistemi, avevo cominciato ad ibridarli. Usando i miei semi in natura avevo visto quanto la
natura fosse infetta e contaminata, avevo costruito dei nuovi mostri ibridi tra
naturale e artificiale che sopravvivevano in una realtà infetta. Leggere questo
testo è come rimettere a sistema questi
passaggi che parlano di politica, che parlano di arte e scienza, come
sistema per avvalorare teorie che per me sono vitali: il femminismo,
l’antispecismo, l’interconnessione, il fatto di non considerarsi separati.
Fanno tutti parte del mio lavoro, lo facevo già prima.
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Semi fonte, Turchia, Biennale Ҫanakkale, 2022 |
ARC – Avevi necessità di fare il punto, confermare la validità del lavoro fatto. Con Chthulucene sei in una fase riflessiva, di studio.
ARC –Che tipo di confronto instauri con altri
artisti?
TV –Ci sono
molti artisti che ragionano come me i cui esisti sono diversi sia esteticamente
che formalmente. In alcuni casi si lavora insieme. Lavoro in vari collettivi ma
le forme di rado diventano simbiotiche. Invece questo lavoro nuovo - che ti
facevo vedere prima che iniziassimo l’intervista - è nato come idea simbiotica
(N.d.R. Progetto work in progress con l'artista australiano Richard Keville).
Rich aveva visto il mio lavoro in studio, io il suo, tutta un’altra ricerca
sulla scultura di luce e sul costruttivismo. Da lì è nato questo nuovo progetto
composto da queste due realtà che si sono fuse velocemente creando una realtà
simbiotica che ancora non è risolta. E’ ancora un lavoro grezzo.
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