Manifesta 10.
Contemporary Art Centre Sergey Kuryokhin ed ex Scuola dei cadetti.
Alla ricerca di
un senso tra colbacchi, kommunalka, bozzoli in cui rifugiarsi, conflitti.
Si parte sempre e
comunque dalla Stazione di Vitebsky.
Provo a rimettere insieme altri frammenti proposti da Igor.
Ancora qualche settimana e Manifesta smonta baracca e
burattini, quindi chiudo qui l’argomento.

Joanna Warsza la responsabile del
Public Program di Manifesta 10, interviene
alla
Stazione Vitebsky di San
Pietroburgo, una delle più antiche della Russia, da dove partono e arrivano
treni provenienti dall’interno del Paese e dall’ex blocco sovietico Tallin,
Vilnius, Varsavia, Kiev. Simbolo di cocente attualità il rapporto della Russia
con le sue ex repubbliche sorelle, nel mentre la Crimea infiamma. Da quelle
città provengono tutti gli artisti coinvolti dalla curatrice in undici progetti:
Pavel Braila, Lado Darakhvelidze, Alevtina Kakhidze, Ragnar Kjartansson,
Deimantas Narkevičius, Kristina Norman, Ilya Orlov & Natasha Kraevskaya,
Alexandra Pirici, Slavs & Tatars. Il
Pubblic
Program è una risposta critica, artistica e politica all’attuale crisi
politica Russa. L’obiettivo è pertanto quello di attivare un pensiero critico
di pluralismo e dissenso, riflessione e discussione. Ho purtroppo scarsi
elementi per comprendere quanto questa progetto abbia inciso su un pubblico
difficilmente identificabile tra turisti, viaggiatori e umanità varia.
La ricerca dell’identità russa passa ancora una volta
per la Stazione di Vitebsky? Non so,
passano sicuramente uomini e donne in cerca un futuro migliore, in fuga da un
passato che non passa.
Moltissimi altri eventi sparsi per la città hanno
cercato di rendere visibile lavori e pensieri di artisti poco noti, giovani ed
emergenti. Tra questi ultimi ho percepito nostalgia e disorientamento, non
molto diverso da quello che emerge nelle periferie dell’”impero”, ai margini
provinciali dell’Europa.
Il senso di impotenza, di incapacità in qualche modo
di incidere sul presente, quello che rende tutto soffocante è un sentimento che
accomuna artisti fuori dal sistema delle grandi mostre, sia che si viva all’est
e che all’ovest.
Nell’isola Vasilievsky, dove c’è il quartiere Universitario
e l’Accademia d’Arte si trova il Kuryokhin
Modern Art Centre. Qui si svolge da 18 anni un festival internazionale
di musica e arte.

Dedicato a
Sergey
Kuryokhin (1954-1996) una delle figure del
panorama musicale russo
contemporaneo più interessante e complessa da definire. Originario della Crimea
si trasferì a Leningrado, dove si diplomò in pianoforte alla fine degli anni
Settanta.

Nell’1984 fonda il
Pop-Mechanika
Orchestra. L'atmosfera di Pop Mechanics è stata determinata dal fatto che era inestricabilmente legata all'arte e a
Timur Novikov (1958-2002) fondatore di Nova Accademia.
Qui al Centro Kuryokhin Paola Pivi presenta la sua versione sanpietroburghese di “Grrr Jamming Squeak”.

Pivi ha realizzato
100 registrazioni di varie specie di animali, uccelli, cojote, gatti, e le
registrazioni di 20 strumenti musicali. I visitatori sono invitati a entrare in
uno studio di registrazione, completamente equipaggiato, ad ascoltare e
registrare. Con l’aiuto di un tecnico del suono possono creare una composizione
musicale.

Alle dieci del mattino, non è possibile visitare
l’opera di Paola Pivi, apre alle 12.00.
Igor chiede di entrare lo stesso per fare un giro nel
centro. Ci sono i resti di una festa. Forse l’anniversario di Kuryokhin ? E’
morto nel 1996 per un tumore al cervello. <<No! -
risponde un ragazzino che si è
appena svegliato - abbiamo festeggiato il compleanno della signora Kuryokhina, la
vedova di Sergey e General producer del Centro. >>


Nell’isola Vasilievsky, altri
eventi. Negli ex uffici della scuola del Corpo dei
cadetti del Palazzo Menshikov, primo edificio in pietra della città, che
dal 1731 ha ospitato la scuola del Corpo dei cadetti, oggi parte dell’ Hemitage sono
presenti opere di giovani artisti russi. Il passato, la nostalgia presente nei
lavori si mescola alla monumentale fatiscenza dell’ ex edificio dell’apparato
militare. I grandi congressi, i fantasmi del passato sono presenti ovunque. Si
percepisce un senso di straniamento, nostalgia e claustrofobia tutto insieme.
Non so se ci saranno altre puntate da San
Pietroburgo, almeno per il momento questa è l’ultima incursione per comprendere
la Russia ai tempi di Manifesta 10.
A.R.C.
I.K.
Indice delle puntate:
- Taccuino condiviso con Igor Kopilov, prima puntata Manifesta 10, San Pietroburgo
- Taccuino condiviso con Igor Kopilov, seconda puntata, Manifesta 10, San Pietroburgo
- Taccuino condiviso con Igor Kopilov, terza puntata, Galleria Borey, "Parazit", Manifesta 10, San Pietroburgo
- Taccuino condiviso con Igor Kopilov,quarta puntata, Pavel Papperstein, "lubok", incisioni, San Pietroburgo
alcuni link:
Fine
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