lunedì 5 agosto 2024

Conversazione con Luca Serasini

 
Les etoiles binaires, 2019, Ifitry, Marocco,
100mx50m, Land Art

Nell’intera produzione di Serasini i dipinti e le sculture rappresentano sia una fase progettuale per opere più complesse, a cui tutti gli altri progetti sono in qualche modo collegati, sia interventi autonomi organizzati come ciclo aperto.

Mi trovo a Cecina nel suo studio, oggi (N.d.R. 26 luglio) inaugura Le nuvole non hanno tatto! grafiche e pittura della serie Le nuvole, le sedie 2020- #. Il tema nuvole e sedie è comparso nei suoi lavori a partire dal secondo lockdown come reazione surreale alla situazione di restrizione. Un gioco, un momento per seminare altre idee, una parentesi tra le progettazioni di Land art dai tempi di realizzazione lunghi e complessi.
Ne approfitto per registrare una nostra chiacchierata. Nell'attesa che Alessandro Pingitore si prepari per la presentazione/azione e arrivino i visitatori, parliamo dei nuovi progetti. Ultimo in ordine di tempo è TheMarconisti 2023- # nato da una costola delle Costellazioni 2013- #, a sua volta generato da un bisogno di narrazione, poesia, attimi di riflessione al di fuori degli aspetti più concreti e materiali del vivere. La narrazione, le collaborazioni, le interazioni con il pubblico, i legami tra un progetto e l'altro danno forma a grandi installazioni visibili solo da una prospettiva ottimale e allo stesso tempo fruibili dall'interno, attraverso l'utilizzo di  dispositivi interattivi inseriti in vecchi telefoni a disco. I visitatori hanno l'opportunità di vedere un'opera e allo stesso tempo starvi all'interno, partecipare ad un gioco narrativo, conoscere e stupirsi dell'immensità dell'Universo.


Sedia, Puntasecca, 15x12 cm, 2021

 

ARC – Partiamo da questo lavoro. 
Generalmente lavori per cicli, per serie. Le nuvole, le sedie è il ciclo a cui appartiene Le nuvole non hanno tatto! Penso di aver compreso la nuvola, la sedia, no.

LS – Tutto è partito dalla nuvola. Il primo elemento a cui ho legato la nuvola è il matto appeso, con l’ombrello che raccoglie l’acqua invece di proteggersi. Una figura molto surreale. Questo è un progetto surreale, il sogno e la magia come evocazione di un mondo diverso, in cui le leggi fisiche spesso non trovano posto. La sedia, beh! Il design delle sedie per me è molto importante. Le sedie sono molto belle. Un oggetto per noi essenziale. Da seduto fai tante cose: ci lavori, ti riposi. La nuvola sulla sedia si riposa, ad esempio. E’ surreale. Poi ho scoperto negli anni che Ionesco ha scritto una farsa tragica, Le sedie. In realtà è un omaggio Ionesco. E’ un progetto leggero, pittura, disegno. Mentre gli altri progetti sono più complessi ad esempio TheMarconisti sono sculture, installazioni, Le costellazioni che proseguirò a dicembre è soprattutto un progetto di Land Art.


Le nuvole, sedie 2020- #
acrilico su carta 100x70 cm


ARC – Leggevo sul tuo libro Decade che Le nuvole, le sedie nasce come una sorta di reazione alla pandemia. Un momento di leggerezza.

LS – Quella è la prima nuvola che è l’errore (N.d.R. indica una tela su cui è dipinta una nuvola rossa) poi ne parlerà Alessandro (N.d.R. Pingitore). In realtà ci stavo facendo qualcos’altro, non mi piaceva. Pittura ad olio, stavo cercando di levarla, non veniva via. Ho avuto una folgorazione, quella è la prima nuvola. Poi il matto appeso, poi altre figure come lo spadaccino che fende l’aria, l’Afrodite che si allaccia il sandalo. La Tanagrina è una statuina di terracotta che mi ha sempre affascinato.

ARC – In tutti i tuoi lavori è presente il mito, il suo raccontarsi. Proprio come per quella umanità arcaica che ha costruito i miti guardando il cielo, anche il tuo racconto ha inizio guardando verso l’alto. Il tuo ciclo più lungo è Costellazioni. Come nasce?

LS – Anche quello viene da un altro progetto, da una costola del lavoro sui tori. Dipingevo tori rossi in mandria. Dai dipinti sono arrivato ad una installazione, 11 tori due metri ciascuna che venivano fuori dal prato (2011).


Costellazione del toro, 2013,
Land art, 200mx80m Montegemoli (PI)


ARC – Dove?

LS – A Montegemoli. La mia palestra è stata M’arte, (N.d.R. Montegemoli arte, Pomarance, (PI) Due anni dopo mi hanno chiesto di fare un’altra installazione, ho pensato di fare la Costellazione del toro. Avevo fatto un progettino da fare in una piazza, poi invece mi hanno dato una collina. Ho detto ok. Sono molto spesso incauto. Dovevo fare un quadro del toro, forse un po’ più grande. Il problema è che dalla piazzetta del paese, sulla collina, cinque metri corrispondevano alla larghezza di un pollice.

ARC – Piuttosto grande.

LS – Ho dovuto trovare altre forme, un modo per compensare la prospettiva. La collina non è una forma piana. Con un mio collaboratore, amico fraterno, Massimo Giannoni, abbiamo usato il tessuto non tessuto, con due squadre di persone che comandavo con la radio dal punto di osservazione nella piazza. Il lavoro è stato compensare la prospettiva rispetto alla collocazione delle stelle. E’ diventata 150 metri. Le stelle illuminate di notte, con i led. La prima costellazione.

E’ stato un lungo lavoro. Non per me perché io stavo nella piazzetta. (ride)

Costellazione del toro, 2013
Land art, Montegemoli (PI)
 

ARC – Per la presenza del racconto mitico, del tessuto, la montagna mi evoca Legarsi alla Montagna di Maria Lai. 

LS - Quello è un lavoro che mi piace moltissimo.

In verità all’inizio, siccome è un posto di estrazione dell’alabastro, mi sarebbe piaciuto farlo in pietra, in alabastro.
Qualche anno prima, Valerio Berruti fece in Sud Africa una delle sue ragazzine con le pietre enormi (Over the Rainbow 2012, Johannesburg, cento tonnellate di pietre) ovviamente aveva un budget, persone per spostare il materiale.


Pegaso 10 storie per dieci stelle, 2016,
 Land art 100mx50m Montegemoli (PI)


ARC – Però l’uso del TNT ti ha dato tutta una serie di nuove opportunità. Da quel momento in poi, le altre costellazioni, anche in pianura e in altre condizioni le hai realizzate in TNT.

LS – Sì, sì. Anche perché il TNT costa meno. Le prime sono state tutte autofinanziate, poi da Pegaso, che ho fatto sempre a Montegemoli, fino all’anno scorso in Austria c’è stato un finanziamento, ho continuato ad usare il TNT però industriale, più resistente.


Pegaso 10 storie per dieci stelle, 2016,
 Land art 100mx50m Montegemoli (PI)

ARC – Visto che l’hai nominato, parliamo di quest’ultimo progetto in Austria.

LS – E’ nato da un gioco.

Dall’asterismo del Grande carro, che parte dalla costellazione dell’Orsa maggiore, disegnando una linea tra le due stelle a destra, è possibile ricavare la posizione della Stella polare. La Stella polare non è molto grande, però è un nostro punto di riferimento. Quello è il metodo più semplice per trovarla.
In un prato grande ho realizzato l’Orsa maggiore e l’Orsa minore, di cui fa parte la Stella polare. I telefoni (N.d.R. sono vecchi telefoni grigi a cornetta e disco) che installo come dispositivi interattivi, posizionati accanto ad ogni stella della costellazione del Grande carro e una alla Stella polare, squillano quando le persone si avvicinano. Ho inventato un gioco di storie, poi tradotte in tedesco, interpretate in austriaco, in dialetto. A seconda del nome della stella, della posizione, le storie al telefono davano istruzioni per andare a trovare la Stella polare.

ARC - Una sorta di caccia al tesoro.

Esattamente dove lo hai realizzato?

LS – Nel distretto di Lungau, Salisburgo. Sankt Michael. Un festival. 15 installazioni distribuite in un territorio di cinquemila metri quadrati.

ARC – I dispositivi di comunicazione sono elementi importanti nelle tue installazioni, quando sono apparsi per la prima volta nel ciclo delle Costellazioni?

LS – A me è sempre piaciuta l’interazione attiva, la partecipazione attiva del visitatore. Già avevo fatto un opera interattiva, un light box nel quale vedevi il mare, solo se ti avvicinavi vedevi un barcone con delle persone a bordo, dei naufraghi. Ho studiato telecomunicazione, ho fatto elettronica, informatica. I telefono sono arrivati nel 2016 con Pegaso 10 storie per 10 stelle. Dieci telefoni, ognuno accanto ad ogni stella principale, raccontavano dieci storie delle stelle, in maniera divertente. I nomi delle stelle sono quasi tutti arabi, mentre i nomi delle costellazioni sono quasi tutti greci e i nomi dei pianeti quasi tutti romani. Ne cielo c’è scritta quasi tutta la dominazione del Mediterraneo.


Pegaso 10 storie per dieci stelle, 2016,
 Land art 100mx50m Montegemoli (PI)

ARC - E’ un inseguirsi della narrazione attraverso i popoli, attraverso il mare, attraverso il racconto. E' sempre un momento di attivazione in tutti i tuoi lavori.

LS – Il racconto è importante. Mi piace raccontare storie. Nelle Costellazioni ad esempio il significato del nome molto spesso è legato alla posizione della stella nella costellazione, nel disegno dell’animale. Nel Pegaso la stella Algenib è il fianco o l’ala, Baham il giovane del bestiame ecc.,

ARC – Torniamo a TheMarconisti. Nelle Costellazioni racconti  al telefono storie di stelle, in TheMarconisti aspiri a comunicare con l’intero Universo?

LS – Anche quello nasce come costola del progetto Costellazioni. I primi disegni delle scale, erano scale normali, non sghembe come poi ho fatto, in cui in cima mettevo un omino che prendeva le stelle. Su suggerimento di una cara amica Eleonora Raspi, una curatrice, ho tolto l’omino. In seguito è diventato un progetto installativo.

L’idea, la speranza è quella di fare una grande installazione a Radio Marconi a Coltano (PI), poi in altri posti. Il progetto riguarda l’invenzione di Marconi, la comunicazione senza fili. Immagino le prime volte sia stato sentito è stato come una magia.

ARC – Anche se non lo espliciti, in tutti i tuoi lavori c’è un elemento magico. Come andrà avanti questo progetto? A cosa aspiri?

LS – Ho davanti a me tre o quattro anni di sviluppo. Prima di tutto lo sviluppo delle pietre. Sto cercando di realizzare dei poliedri, sia in polistirolo rivestito di cemento, che altri materiali, al momento sono sperimentazioni. L’idea per il prossimo anno è quella di creare un poliedro smontabile, di due metri per due metri e realizzare delle scale più grandi così da collocarle anche in esterno.


TheMarconisti, 2023- #,
materiali vari, scultura


ARC – Al momento TheMarconisti è ancora a livello di progetto in progress. Hai realizzato disegni, sculture, alcuni elementi di comunicazione, presentato Una giornata da Marconista con Marco Ricci del Mastro, allo Studio Elisi, lo scorso ottobre e Le scale, gli ascoltatorigrafica, sculture, installazioni  qui in studio la scorsa primavera.

Hai fatto tuo l’insegnamento di Christo e Jeanne-Claude: pensare, progettare e darti i tempi giusti di realizzazione nel suo complesso e non limitarti al bozzetto, ai modellini?





LS – Come tutti ho tanti maestri. Ma per come hanno condotto e studiato i loro progetti, sono dei grandi maestri.

Alcuni progetti non hanno potuto realizzarli, anche dopo trent’anni. Mi sento molto tranquillo se non riesco a realizzare qualcosa nell’immediato. Questo tipo di approccio è il mio approccio. Anzi proprio nella possibilità di portare le scale a Coltano, spero proprio in un progetto pluriennale, che possa essere una mostra di lavori, e poi piano piano essere in grado di realizzare l’installazione, perché c’è tutto una connessione che devi costruire opportunità, conoscenze, dissipare resistenze che fa parte di questo tipo di lavoro. Se no uno fa le mostre di pittura o espone installazioni in terra, che da questo punto di vista sono un po’ più semplici. Quando ti confronti con l’esterno, con grandi spazi, soprattutto quando sono pubblici è un po’ tutto più complicato. I soggetti interessati, i permessi ecc., arrivare all’obbiettivo è più un’operazione di convincimento e ci vuole tempo.

ARC - Lavori sempre in collaborazione, il che ti permette di allargare le conoscenze ad altre altre discipline. I tuoi progetti sono sempre in collaborazione con scienziati, musicisti, tecnici altamente specializzati. Spesso devi affrontare i problemi burocratici di ambienti che non sono i tuoi. Quando hai realizzato “Frange di interferenza” 2021 interferometro VIRGO a Cascina (PI) di sei scontrato con un mondo e una burocrazia che non ti appartengono. La costellazione sulla collina, per quanto complessa è sicuramente meno difficoltosa.


Fasi di test, Frange di interferenza, 2021,
 VIRGO antenna, Cascina (PI)

LS – Questa è la mia esperienza. Quando ti confronti con delle grandi organizzazioni è sicuramente tutto più difficoltoso. L’altro progetto grosso è stato all’ Enel Green Power nel 2018, la centrale geotermica di Larderello (PI). Ci sono voluti due anni per realizzare una videoproiezione sulle torri. I bandi per l’acquisto dell’attrezzatura, i tutto ciò che serve.

ARC – Sono cicli aperti. Questo modo di operare fa crescere anche i progetti.

LS – Più li vedo fuori e più li vedo in grandi dimensioni. Sono radicale in questo, per me la Land Art non è un’installazione di sette metri per sette, dove ci puoi girare intorno, per me il minimo è cinquanta metri per cinquanta metri, che si apprezzi quanto siamo piccoli di fronte all’universo.


TheMarconisti,2013- #,
materiali vari, scultura


ARC – Sono difficilmente visibili nel loro insieme, devi comunque stare ad una certa distanza?

LS – La Costellazione Toro, sì. La potevi vedere solo da lontano, però ho sperimentato che la distanza fisica crea una certa distanza di partecipazione. L’esperienza non è stata poi così interessante. Da Orione, che ho realizzato due anni dopo, le persone potevano camminare lungo le stelle, usare i telefoni. La partecipazione avvicinava alla comprensione.

ARC – La visone totale però ce l’hai ad una certa distanza.

L.S. – La posizione ottimale è avere un piano, dove le persone possono camminare, immergersi nell’installazione e poi un punto più alto da cui vedere il totale.

ARC – L’esperienza relazionale interattiva e la visione totale dell’installazione sono dunque due esperienze separate, da vivere in due momenti diversi.

L.S. – Certo.

ARC


Per approfondire:

Sito ufficiale: https://www.lucaserasini.it/home/


Blog Studio Elisi: https://studioelisi.blogspot.com/2023/10/una-giornata-da-marconista.html