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Colin Darke, Gli dei partono, 2012 |
L’idea fondante dell'associazione, cioè che artisti presentino altri artisti, prosegue nel 2013 con un importante omaggio a Gianfranco Barruchello con Perdita di qualità - perdita di identità. A partire da una serie di documenti, custoditi per quasi un secolo all’interno dell’Archivio di Stato (di persone che probabilmente sono state coinvolte in operazioni di sorveglianza da parte della polizia per motivi politici) e che il tempo ha sottoposto a deterioramento, Barruchello restituisce memoria e oppone all’oblio la presenza.
Paolo Baratella, Sarà una risata che Vi/Ci seppellirà…, 2015 |
Di Baratella sono state esposte le grandi tele di Vorrei e non vorrei 1982-84, una monumentale dipinto exempla di una pittura come esperienza, immersione in un ambiente che ricorda una visione barocca.
Luca Pozzi, Statement, 2015 |
Ispiratosi alla gravità quantistica a loop, Pozzi immagina, invece della teoria comunemente accettata del Big Bang, un grande salto prodotto da una scarpa da tennis stilizzata che produce la nascita, lo sviluppo e la morte di un nuovo universo.
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Babi Badalov, EASTanbul WESTanbul, 2015 |
L'ultima esposizione, EASTanbul WESTanbul di Babi Badalov è un lavoro progettato appositamente per questo spazio, strettamente
connesso alla sua biografia e alla sua condizione di apolide.
Nato a Lerik in Azerbaijan, Badalov vive attualmente a Parigi. Attraverso la sovrapposizione di personale e politico restituisce sul campo dell’arte contemporanea, come materia artistica, proprio questa sua condizione di senza cittadinanza. Costruisce apparati visivi, secondo una struttura aperta fatta di giochi di parole e calembour. Differenti lingue rappresentate dai caratteri grafici che le raffigurano: cirillico, arabo, farsi e latino fanno parte della sua personale biografia e rimandano al paese d’origine, ai paesi dove ha vissuto, la cultura di
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Babi Badalov, EASTanbul WESTanbul, 2015 |

Molti artisti contemporanei, provenienti da culture che negano la raffigurazione umana, che per secoli hanno espresso con la parola scritta l’aspetto visivo del mondo, scelgono come linguaggio questo tipo di operazioni unendo a biografia, politica, l'utilizzo del proprio corpo. Penso a David Liver, a Shirin Neshat. Ognuno di loro percorre i personali sentieri culturali e politici lasciando lo spettatore a chiedersi: Che linguaggio è? Cosa mi vuole dire?
Frammenti di significato, ritagliati da diversi contesti, spezzoni di lingue, che annullando il significato logico della sintassi linguistica moltiplicano tutti gli altri livelli di senso.
Badalov rappresenta attraverso il suo corpo, nello spazio della parola, il nostro presente.
ARC
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