8, anima in ferro, vetroresina, pittura alla glicerina, 2014, Pietrasanta, (LU) dettaglio |
Prima di Natale vengo a
conoscenza, attraverso un' informazione generica, che accanto alla scuola primaria, in Borgo Cappuccini a Livorno, è stata collocata un’installazione
raffigurante un bambino . Vado a curiosare. Accanto alla scultura c’è un
cartello con indirizzo internet: www.giovannidamonreale.com.
Ho dei dubbio. Di solito gli
interventi di questo tipo sono anonimi. Visito il sito. L’artista ha già
realizzato interventi a Torino, Lucca e Pietrasanta. Decido di contattarlo. Mi risponde. Ci diamo un
appuntamento nella piazza di Pietrasanta.
Incontro così Giovanni Da Monreale.
Formazione accademica e una lunga esperienza professionale nei
laboratori di Pietrasanta e Carrara. Attivo dal 2013 con un progetto di
azione urbana, dove la strada è come un palcoscenico e le sculture interagiscono con l'ambiente circostante, compresi i passanti che inconsapevolmente diventano attori.
I luoghi scelti per l’intervento sono giardini pubblici, fermate
dell’autobus e di recente spazi adiacenti le scuole primarie.
Non sono molti gli street artist che si cimentano con la scultura, la stragrande maggioranza utilizzano stensil, sticker, poster e il classico pittura murale. L'operazione di Da Monreale ricorda per molti aspetti quella dello statunitense Mark Jenkins. L’aspetto più interessante di questa operazione di arte urbana è legato alla regolamentazione dello spazio pubblico e l'accettazione dell'azione da parte della comunità.
Sarà che ha invaso uno spazio tridimensionale, il realismo è più evidente, i soggetti sono bambini ma rispetto all'intervento murale, suscita reazioni, sia in positivo che in negativo, molto più emotive ed immediate.
Sarà che ha invaso uno spazio tridimensionale, il realismo è più evidente, i soggetti sono bambini ma rispetto all'intervento murale, suscita reazioni, sia in positivo che in negativo, molto più emotive ed immediate.
A.R.C. – Come è nato questo
progetto?
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8, anima in ferro, vetroresina, pittura alla glicerina, 2014, Pietrasanta, (LU), dettaglio |
Di idee di intervento urbano in testa ne avevo tante, ma non ne avevo
ancora realizzate.
Il primo è nato casualmente. Passavo con la bicicletta davanti a questa
fermata dell’autobus è ho immaginato un bambino seduto lì che giocava con un
videogioco. Era il marzo 2013.
A.R.C. – Raccontami come sono andate
le cose.
G.D.M. – Il primo recupero di
periferia urbana l’ho realizzato qui a Pietrasanta. E’ durato una settimana.
Era semplicemente in vetro resina, vuota, fissata con del mastice. Ora le
realizzo con un anima in ferro interna fissata con dei bulloni, sono più
stabili. Del resto i vandali ci sono, ne ho tenuto conto.
In questi anni ho affinato la tecnica, la conoscenza tecnica è molto
importante.
Poi ho deciso che dovevo iniziare questo lavoro di recupero urbano. Era arrivato il mio turno di dire qualcosa. Ho realizzato dei bozzetti, poi la scultura definitiva. La prima scultura l’ho sistemata, come ti ho detto, alla fermata dell’autobus, e ha attirato subito l’attenzione di tutti.
Poi ho deciso che dovevo iniziare questo lavoro di recupero urbano. Era arrivato il mio turno di dire qualcosa. Ho realizzato dei bozzetti, poi la scultura definitiva. La prima scultura l’ho sistemata, come ti ho detto, alla fermata dell’autobus, e ha attirato subito l’attenzione di tutti.
In quell’occasione, mi sono reso conto che bisogna stare molto attenti a
installare le sculture, provocano incidenti: ho visto persone fermasi di colpo
e frenare, macchine (di notte) con le quattro frecce, incuriositi nel vedere un
bambino alla fermata dell’autobus, che gioca ai video giochi in un orario
inappropriato.
Però di giorno ho visto nonni portare i bambini a vedere la scultura.
Altri che la volevano distruggere e, infatti, così è stato. La prima, come ti
ho detto, è durata una settimana.
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Games, anima in ferro, vetroresina, pittura alla glicerina, 2013, Lucca |
G.D.M. – Sono due e sono
entrambe integre. Quelle di Lucca sono rimaste integre perché strutturate in
ferro. Sì, anch’io ho visto dei vecchietti seduti accanto, sembravano nonno e
nipote. Qualcuno c’ha scritto sopra con il pennarello, ma fa parte del gioco.
Ma, anche qui a Pietrasanta, questa nuova, la seconda che ho realizzato,
è percepita diversamente, vedo persone che si fermano, bambini che ci giocano
attorno. Perché qui c’è la scuola.
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Games,vetroresina, pittura alla glicerina, 2013, Pietrasanta, (LU) (distrutto) |
G.D.M. – Recupero urbano,
recupero dell’infanzia, del gioco. Qui ci sono i bambini, i protagonisti del
progetto. Tutti i bambini delle mie sculture giocano con i video giochi. Sai, il
livello di miopia dagli anni Settanta ad oggi è aumentato per i bambini dal 20%
al 40%. Mi interessa questo aspetto del gioco e del danno del videogioco. Questa seconda scultura l'ho installata nel dodicesimo anniversario del mio arrivo a Pietrasanta.
A.R.C. –Per l'appunto, mi dicevi
che sei di Palermo. Raccontami del tuo arrivo a Pietrasanta.
G.D.M. – Dopo l’Istituto
d’Arte, ho deciso che dovevo imparare ancora. Non ci sono molti laboratori a Palermo,
quindi sono venuto qui a Carrara all’Accademia, contemporaneamente avevo la
possibilità di lavorare in un laboratorio di scultura a Pietrasanta, quindi
studiavo e lavoravo. Ho sempre lavorato nei laboratori, per imparare,
soprattutto. Finita l’Accademia ho continuato per anni a lavorare, ho
collaborato con centinaia di artisti.
A.R.C. – Quali sono i materiali
che prediligi?
G.D.M. – Tutti. Lavoro molto
bene con il metallo, la creta. Per questi lavori, ad esempio, il vetroresina è
perfetto. E’ leggero, resistente, lo puoi dipingere con qualunque tipo di
colore. Uso i colori alla nitroglicerina, ci sono tutte le gamme cromatiche. E’
pratica e poco costosa. Lavoro molto la creta.
Questo è un lavoro che prevede un primo passaggio in creta, poi lo stampo
in gomma e infine la resina.
L’anima interna è in metallo saldato, inserita nel suolo pubblico, con
quattro bulloni.
8, anima in ferro, vetroresina, pittura alla glicerina, 2014, Livorno, dettaglio |
G.D.M. – A Torino c’ho vissuto
quattro mesi. Sono partito con la mia equipe e abbiamo piazzato la scultura.
Purtroppo anche in quella non c’era abbastanza ferro e l’hanno distrutta.
L’esperienza di Torino è interessante: mi ha contattato il comune e mi ha
fatto una proposta di donazione.
Per donare una scultura al comune di Torino devi intanto avere l’avvallo
di una giuria, se la passi, firmare un contratto a spese tue, certificato di
idoneità statica a spese dell’artista, per i primi dieci anni le spese di
manutenzione e restauro sono a spese dell’artista, altrimenti c’è una multa,
infine i diritti dell’opera sono totalmente del Comune.
La multa per l’utilizzo abusivo del suolo pubblico è 140 euro. Preferisco
la multa per l’uso abusivo del suolo pubblico. Del resto opero in aree non valorizzate, lasciate all’incuria.
8, anima in ferro, vetroresina, pittura alla glicerina, 2014, Livorno |
G.D.M. – Eh Eh sì, ma il
Comune è quello che manda i vigili…
A.R.C. – Come è nato “8”, poteva
essere più piccolo o più grande, perche otto anni?
G.D.M. – Il mio progetto riguardava
le scuole elementari, l’idea di un “recupero”. Otto era l’età giusta e 8 è un bel numero,
è l’infinito.
Ho fatto degli schizzi, poi ho cercato dei modelli, dei bambini di otto
anni, ne ho trovato uno che ha fatto da modello. Ho fatto delle foto con
vestiti diversi, le scarpe le ho modificate. Li modifico a seconda
dell’esigenza. Questo l’ho immaginato poggiato al muro, la posizione è statica.
Il bambino seduto prevede più modifiche rispetto alla seduta, questo è più
stabile.
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Games, vetroresina, pittura alla glicerina, 2013, Torino, (distrutto) |
Dato che non mi danno il permesso, lo faccio senza, prendendomi le mie
responsabilità. Il fatto che sono sculture, molto realistiche attirano molto
l’attenzione, più di uno stencil, perché sono tridimensionali. Io faccio degli
specchi, sono specchi della società. Il bambino con il videogioco non l’ho
inventato io.
A.R.C. – I tuoi lavori precedenti
affrontavano lo stesso tipo di tematiche?
G.D.M. – In passato mi ha
interessato molto la montagna scavata, ho lavora ad un progetto che si chiamava
Allegoria delle Apuane. Ma, la prima
ragazza con il cellulare è del 2002, poi ci sono gli animali che guardano la tv.
Ho sempre realizzato lavori sul rapporto con la tecnologia.
A.R.C. – Quali sono i prossimo
progetti?
Il prossimo posto che ho adocchiato da circa sei o sette mesi è adatto
per gli ultimi lavori. Gli ultimi lavori superano l’infanzia, uno dei prossimi
progetti sarà “15”, ragazzine di quindici anni con il cellulare, sedute sul
marciapiede. Ho già programmato una decina di nuovi bliz.
A.R.C. – Come trovi i luoghi?
G.D.M. – Prima di tutto guardo
la mappa della città, anche a Livorno ho visto le scuole su Google maps, poi
vado in sopraluogo. Faccio le foto, prendo le misure, verifico la stabilità del
muro, il livello del pavimento, insomma un sopraluogo tecnico.
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8, anima in ferro, vetroresina, pittura alla glicerina, 2014, Livorno |
L’ultima fase è organizzare l’equipe.
A.R.C.- Non lavori da solo, hai
una gruppo?
G.D.M. – Ho un assistente per
sistemare la scultura, un fotografo, uno che fa il video, poi chi vuole venire
può seguirci, a volte ci sono anche dei giornalisti.
A.R.C. – Alla prossima incursione
fammi sapere, mi piacerebbe esserci. Comunque sapere come ti sposti, dove,
seguire l’evolversi del progetto.
G.D.M. – Sì, certo
l’intenzione adesso e spostarmi dalla Toscana. L’idea è quella di muovermi in
tutt’Italia.
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