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Pietrasanta (Lu) |
Le figure, in vetroresina dipinta con colori alla
glicerina, realizzate a grandezza naturale, rappresentano esclusivamente bambini
intenti a giocare con i videogiochi. Sono montate su strutture in acciaio, di
solito fissate ai muri, sedute su panchine o muretti. Il titolo è “Games”. Più
di recente ha progettato una serie dal titolo “8” a cui si sono aggiunti,
ragazzi e ragazze di varie età “15” “17”.
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Torino (distrutta) |
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Lucca (rimossa) |
Giovanni da Monreale colloca sul suolo pubblico, senza che nessuno ne richieda la presenza, opere scultoree finite. La sua è un’imposizione dal basso, senza invito. E’ una forma di arte pubblica che passa dal bidimensionale dei poster, gli stiker, la pittura murale, alla scultura. Il nodo è qui. Il passaggio dalla pittura autogestita, alla scultura autogestita. Da artista a cittadino. Forse un passo ulteriore potrebbe risiedere nel coinvolgimento in prima persona degli abitanti delle comunità.
Il doppio
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Pietrasanta (Lu) (distrutta) |
L’iperrealismo che contraddistingue queste sculture è necessario. Il gioco della veridicità e dell’inganno ottico, che comporta una sottesa componente di straniamento, è indispensabile per instaurare un rapporto empatico con il pubblico.
L’enfasi ipperrealista o superrealista si manifesta, con particolare evidenza nelle opere scultoree, mediate un verismo nitido ed impersonale, dando vita a ambigui rapporti percettivi. Negli anni Settanta artisti come George Segal e Duan Henson tradussero in forme plastiche questo straniamento: un inquietatante doppio rappresentativo dell’essere umano moderno e dei suoi riti di comportamento e consumo. Ma è con Mark Jenkins che da Monreale ha maggiormente affinità. Entrambi operano in strada. L’artista americano però, a differenza di Giovanni, realizza manichini che indossano abiti veri, ricreando, negli spazi concreti del quotidiano, una messa in scena. La situazione teatralizzata è temporanea. Jenkins fotografa la scena al fine di evidenziare gli effetti dell’ambiente sulle emozioni e suoi comportamenti individuali.
Le operazioni di da Monreale vengono percepite in maniera differente rispetto a quelle effimere o temporanee, perché è proprio il fattore tempo a determinare la loro accettazione. Il limite temporale di esposizione pare rappresentare sempre un vantaggio a favore dell’accettazione e riduce al minimo il vandalismo.
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Pietrasanta (Lu) (distrutta) |
Nelle varie città dove da Monreale ha collocato le sculture Pietrasanta, Livorno, Torino, Bologna e Lucca –quasi sempre vicino a scuole, giardini pubblici, fermate dell’autobus- il rapporto simpatia o avversione si è manifestato in vario modo. Le prime sculture realizzate nel 2013, senza nessuna anima metallica, ma in semplice vetroresina, sono state vandalizzate immediatamente, penso a Torino e alla prima di Pietrasanta, vissuta pochi giorni. A Lucca e Livorno sembravano essere state accolte con interesse e curiosità, almeno fino ad oggi. “8”, di Via Bini a Livorno, sta ancora bene. “8” e “Games” sistemate in Piazzale della Concordia e lungo le mura nei pressi dell’ex ospedale di Campo di Marte, a Lucca, sono state rimosse dall’artista stesso, dopo una sorta di “diffida” avviso ricevuta dall’Opera delle Mura e dalla Polizia Municipale, per possibili denunce che sarebbero potute scattare come deturpamento del patrimonio culturale, appropriazione indebita di suolo pubblico municipale. In questo momento, credo si stiano valutando ipotesi di collocazioni in zone differenti, sempre a Lucca.
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Bologna |
L'aspetto più interessante del rapporto con la comunità rimane quello relativo ai comportamenti emotivi individuali, la percezione ansiogena dei passanti nei confronti del doppio. Infatti, l’istallazione delle opere risale a 15 mesi fa per “Games” e 10 mesi fa per “8”. Nessuno sembra essersi preoccupato in questo ultimo anno, ma di recente, l’inquietudine di qualcuno ha mosso le istituzioni ad agire, presumo per questioni di ordine pubblico. Chissà se i telefonisti hanno tentato di soccorrere il bimbo abbandonato!
“Games” riproduce un ragazzino -la statua è collocata su una panchina- intento a giocare con il suo videogame.
A parte una scritta a pennarello sulla parte alta della fronte, le opere non sono state danneggiate, ciò significa che tutti i cittadini ne hanno percepito il valore. Comunque, delle due, è quella che ha suscitato maggiore emotività da parte della comunità, nel bene e nel male. Era già avvenuto per “Games” collocato ad una fermata dell’autobus di Pietrasanta, quello che poi venne distrutto.
Effettivamente aveva bisogno di essere protetto.
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Livorno |
Il soggetto scelto da Giovanni è trasposto dalla realtà, non si tratta di un personaggio tratto dai fumetti, come spesso accade nella cultura Neo Pop.
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Lucca (rimossa) |
L’esposizione in un contesto non protetto, -come accadrebbe in una galleria o un museo-, la sua inclusione nella vita di tutti i giorni, negli spazi del quotidiano crea disorientamento. Non possiamo giocarci, non è un ammonimento dall’alto, possiamo solo starci accanto, specchiarci in questo doppio rappresentativo dell’essere umano moderno e dei suoi riti di comportamento e consumo, magari proteggerlo dall’azione dei vandali, dalle persone caritatevoli e dagli amanti della giustizia.
ARC
www.giovannidamonreale.com
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