Incontro l’artista Paolo Carta
presidente di Progetto Contemporaneo un'associazione di promozione sociale che
opera attivamente in Sardegna dal 2011.
Ci sentiamo via skype. Parliamo delle attività dell’Associazione, sopratutto le residenze a partire da Candelieri4Residencies del 2012 al recente PAS_Progetto Atelier Sardegna.
Ci sentiamo via skype. Parliamo delle attività dell’Associazione, sopratutto le residenze a partire da Candelieri4Residencies del 2012 al recente PAS_Progetto Atelier Sardegna.
L'idea è di attivare un programma di residenze diffuse,
strutturate secondo una rete di atelier, distribuiti su tutto il territorio
della Regione, messi a disposizione di artisti italiani e stranieri
differenti per background culturale ed ambiti di sperimentazione. Sono residenze low badget, che
impegnano la comunità per un tempo lungo. Diversi artisti si alternano nel
corso dell’anno, in un progetto di ricerca e restituzione, non necessariamente
finalizzato alla produzione di un’opera.
Tra
i primi paesi ad aderire è Belvì, paese situato nella Barbagia omonima, sul
versante meridionale del Gennargentu.
A.R.C. Raccontami come è nata l’idea di
Progetto Contemporaneo. Perché fare
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Barbagia di Belvì |
E’, ed è
stato, un percorso difficoltoso: diciamo che ti devi inventare, in un continuo
confronto.
Fino al 2013
c’è stata l'esperienza dello spazio indipendente Meme Arte Contemporanea e prossima, che devo dire mi manca. Ma era una questione di lucidità,
dover tenere insieme troppe cose, il lavoro d’artista, lo spazio, altri
progetti.
L’idea di Atelier Sardegna è nato proprio durante l’esperienza del Meme. La maggior parte delle persone non credeva potesse riuscire.
L’idea di Atelier Sardegna è nato proprio durante l’esperienza del Meme. La maggior parte delle persone non credeva potesse riuscire.
Ad un certo
punto abbiamo cercato di stabilire degli obiettivi ed individuare delle
strategie che potessero essere più fattibili rispetto ad altri. Si è sviluppato
Progetto Contemporaneo, nel quale siamo riusciti a convogliare energie e
professionalità, per iniziare un discorso sulle residenze. Quello che stiamo
realizzando.
Abbiamo
iniziato con le residenze del progetto Candelieri4Residencies,
poi siamo arrivati a PAS _ Progetto
Atelier Sardegna.
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Gabriele Arruzzo, 2012, smalti e acrilico su tela. courtesy Progetto Pontemporaneo, Candelieri4residencies_Dinamiche da un'induzione |
P.C. Stefano Serusi, Cristina Meloni, Pier Paolo Luvoni, Laura Vittoria Cherchi e Giorgio Plaisant. Per la maggior parte siamo artisti.
A.R.C. Raccontami la nascita e gli sviluppi di Progetto Contemporaneo?
P.C. Nasce nel 2011. Abbiamo iniziato da
subito con i progetti delle residenza. Il primo è stato Candelieri4Residencies del 2012 attivato tra Sassari, Nulvi,
Ploaghe e Iglesias: i luoghi dei Candelieri. Poi, per svariati motivi, l’anno
dopo il progetto si è svolto soltanto a Sassari.
L’obiettivo
era perseguire la ricerca, creare dei confronti. Qualcosa l’abbiamo anche
ottenuta. In quell’ edizione, a supporto degli artisti che avevamo in residenza,
avevamo coinvolto alcuni artisti sardi. Gli artisti in residenza erano Helena
Hladilova e Namsal Siedlecki (Gum Studio), Gabriele Arruzzo, Silvia Camporesi e
Arianna Carossa.
Uno degli
artisti locali coinvolti è stato Carlo Spiga. Silvia Camporesi che ha svolto la
sua residenza a Ploaghe ha avuto modo di confrontarsi con Carlo Spiga con cui è
nata una collaborazione.
La residenza
ha raggiunto il suo obiettivo.
Nello stesso
anno abbiamo realizzato un Workshop alla Galleria Comunale di Cagliari con
l'artista Cristian Chironi, sempre con l’obiettivo di coinvolgere artisti
sardi. Gli artisti coinvolti erano Chiara Seghene, Alessandro Sau, Enrico
Piras, Claudia Matta, Demelza Spiga, Oscar Piras che in realtà è un cantante
lirico e Eleonora Todde che si occupa di architettura e design. Anche in
quell’occasione si era creato questo confronto molto dinamico e molto
interessante.
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Helena Hladilova e Namsal Siedlecki (gum studio), senza titolo, 2012, installazione. courtesy Progetto Contemporaneo Candelieri4residencies_Dinamiche da un'induzione |
A.R.C. L’esperienza Candelieri4Residencies si è ripetuta?
P.C. Sì, la seconda edizione è stata
fatta solo a Sassari e c’è stato un cambiamento, un po’ troppo radicale, per
quanto mi riguarda, però si era deciso così. Del resto le decisioni di
un’associazione sono prese in più persone, per cui vanno rispettate. La cosa
più difficoltosa, ma anche più utile è mettere da parte quello che è l’ambito
personale.
Nel 2013
abbiamo realizzato Candelieri
Residencies Program, con la residenza di Nico Vascellari la restituzione con Ascesa
(preludio) è stata fatta nel 2014.
A.R.C. Non tutti quelli che leggeranno
questa intervista sanno cosa sono i Candelieri. Riassumo velocemente. La Faradda (discesa) è una processione religiosa che si svolge il 14
agosto, a Sassari e, come abbiamo detto, in altri paesi della Sardegna. Prevede
la sfilata ceri lignei, portati dai membri dei Gremi (associazioni di arti e
mestieri).
A Sassari è caratterizzata della sfilata a ritmo di danza lungo il corso principale di Sassari,che è appunto in discesa, ecco perché la Faradda. La processione simile ad una danza è accompagnata dal suono di tamburi e pifferi.
Fatta questa premessa, raccontami della residenza di Vascellari.
A Sassari è caratterizzata della sfilata a ritmo di danza lungo il corso principale di Sassari,che è appunto in discesa, ecco perché la Faradda. La processione simile ad una danza è accompagnata dal suono di tamburi e pifferi.
Fatta questa premessa, raccontami della residenza di Vascellari.
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Nico Vascellari, performance sonora Ascesa (preludio) ispirata alla Faradda dei Candelieri di Sassari |
Ha avuto
quindi la possibilità di valutare, fare una ricerca e capire su cosa potesse
lavorare.
La fase
della restituzione Ascesa (preludio) è
stato un atto performativo, che si è basato sull’ aspetto più ritmico, unendo il
ritmo tipico della Faradda ad un suono più tecno. Una sorta di perdita di
orientamento visivo e sonoro.
A.R.C. Secondo te, quanto è difficoltoso e
complicato mettere in relazione l’arte contemporanea con una festa religiosa,
una tradizione popolare?
P.C. Io la trovo una cosa facilissima.
Premetto che in nessuno dei progetti occupo un ruolo curatoriale, ma ho potuto
seguire, in entrambi i progetti, tutto lo svolgimento.
Un artista è
in grado in base alla sua professionalità alla sua esperienza e formazione, una
volta che viene invitato, di attuare un processo di ricerca tale che possa
studiare quelli che sono i meccanismi nell’ambito della tradizione. Questa è
una cosa in cui credo tantissimo.
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A.R.C. Questo da parte dell’artista, ma chi
riceve, chi sta dall’altra parte come reagisce. Rispetto agli anni Cinquanta,
penso ai progetti di Nivola o i più recenti Maria Lai, sono cambiate molte cose:
l’ accesso alle informazioni, al mondo esterno che appare più vicino, la tecnologia.
P.C. Dipende. Puoi trovare le persone
di ogni tipo: trovi quelli che comprendono che la ricerca nel contemporaneo
deve descrivere per filo e per segno quella che è la tradizione, non è un
ritratto, non è una fotografia esatta di quello che avviene, ma è ovviamente
una traduzione.
Ovviamente
trovi anche situazioni diverse. Cito testualmente. Quando abbiamo fatto la
mostra di restituzione nella prima edizione Candelieri4residencies_Dinamiche
da un'induzione al Palazzo della Frumentaria, uno tizio mi ha detto.
<<Si, va beh! Ma i candelieri dove sono?>> . Quando è terminata la
performance di Vascellari si è sentita una voce, che nel video non si sente
<<E’ tutto qua, ma stiamo scherzando?>>.
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Belvì, 2015. Paolo Carta. |
A.R.C. E’ interessante capire come viene
recepito da chi lo vive. Mi riferivo proprio a questo.
Parliamo dei progetti attuali, raccontami
di PAS _ Progetto Atelier Sardegna.
P.C. Quest’anno abbiamo iniziato a
Belvì.
L’idea
generale è nata nel 2011, poi si modificato in corso d’opera. L’anno scorso
abbiamo fatto promozione nei comuni. Abbiamo spedito il progetto ai 377 comuni
della Sardegna.
Nonostante
sia un programma di residenze hanno risposto in pochissimi. Il primo è stato
Belvì (NU), che ha risposto a due giorni dall’invio della richiesta. E’ stato
un inizio bellissimo. Poi Samugheo (OR). Questo ci ha gasato, abbiamo pensato
<<abbiamo fatto un progetto grandioso, piace… possiamo lavorare
nell’ambito culturale delle arti visive…>> Silenzio. Poi in seguito sono
arrivate le risposte di Luogosanto (OT) Guasila (CA), poi abbiamo preso
contatti con Villaverde (OR).
A.R.C. Hanno risposto piccoli comuni. E’
molto interessante. Tra l’altro comuni di montagna o piccolissimi. Come
attivate il progetto?
P.C. Sì, è molto interessante.
Come attiviamo il progetto. Considera che un conto è fare il progetto e un conto è realizzarlo. Fare i conti con quelle che sono le difficoltà, le risorse effettive che il comune può mettere a disposizione.
Come attiviamo il progetto. Considera che un conto è fare il progetto e un conto è realizzarlo. Fare i conti con quelle che sono le difficoltà, le risorse effettive che il comune può mettere a disposizione.
Perché il
progetto non può essere attivato se non ci sono dei parametri, non vengono
rispettate delle indicazioni. Due sono fondamentali: la locazione. Dobbiamo
necessariamente avere a disposizione una casa, l’altra è l’ambito di lavoro, che non sia completamente gratuito. Oggi i comuni, soprattutto quelli piccoli, non
hanno niente, considera che questo è un progetto low badget.
A.R.C. Attualmente a Belvì, che è il primo paese, ci sono degli artisti in residenza. Ho visto che
avete pubblicato delle foto su facebook. Chi sono?
P.C. Gli artisti che sono stati
selezionati dal bando sono: Bruno Marrapodi un artista che opera nell’ambito
della pittura e sta a Milano; Simone Mizzotti, lui è un fotografo che sta a
Crema; Justin Tyler Tate canadese, ma ormai cittadino del mondo, opera
nell’installazione e nel performativo.
A.R.C. Quale è stato l’obiettivo che vi
siete preposti nella selezione degli artisti?
P.C. L’obiettivo nella selezione è
stato quello di trovare artisti competenti che non si sovrapponessero fra di
loro. E che operassero in maniera complementare. Non che lavorassero insieme,
ma che operassero in maniera complementare. Prima ti dicevo che non ci sono
soldi per gli artisti, però non mettiamo vincoli.
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Belvì, 2015. Justin Tyler Tate e Laura Vittoria Cherchi |
In itinere
il progetto può variare, non ci sono limiti neppure in questo senso.
Naturalmente in accordo con la curatrice del progetto che è Laura Vittoria
Cherchi.
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A.R.C. Quando si concluderà l’esperienza di
questi tre artisti? C’è una data di conclusione progetto?
P.C. Fine marzo.
A.R.C. Ho visto che è già partito il bando
per le prossime residenze. Non c’è un attimo di respiro.
P.C. Sì, il bando per il secondo ciclo
è scaduto il 28 febbraio. Abbiamo ricevuto già le candidature, stiamo facendo
la selezione. A Belvì proseguiremo i progetti fino a febbraio 2016,
sicuramente. Questo è l’impegno preso con Belvì. Gli artisti che sono qui apprezzano tantissimo quest’esperienza, gli ha permesso una
decompressione dai ritmi a cui sono abituati.
In itinere
attiveremo anche gli altri atelier, spero quanto prima Samugheo e Villaverde.
Essendo la prima, l’esperienza
di Belvì è stata preziosa. Sicuramente rallenteremo i tempi
di alternanza residenza-restituzione.
A.R.C.
Dove trovare Progetto
Contemporaneo: