mercoledì 13 novembre 2019

MOSTRI (una biografia)

A Cindy Book è un breve romanzo visivo sulla vita di Cindy Sherman, una raccolta di foto familiari sulle quali con un pennarello ha cerchiato la sua immagine (perché fosse riconoscibile tra quelle dei familiari e amici) e sotto ogni foto ha posto la didascalia "Thats me". Un chiaro segnale del bisogno di rappresentazione di sé focalizzato sul tema dell’identità, che segnerà il suo lavoro futuro. L'opera mostra chiaramente tutti quelli che saranno gli elementi di ambiguità tra realtà e finzione utilizzati al fine di creare un mondo immaginario nel quale lo spettatore può riconoscersi. Le opere della giovinezza sono quelle che raramente ho visto, alcune non le conoscevo proprio. Minimali, imperfette. Mi è piaciuta l'idea del diario in formato video.


 


 


 

Sussidiario
Mostro: persona che possiede determinate caratteristiche in positivo o in negativo. Prodigio, portento, persona eccelsa nella propria attività o chi si è macchiato di crimini efferati. Segno degli dei. Persona brutta e deforme. Essere umano o animale di conformazione fisica anormale. Creatura fantastica di aspetto orribile e spaventoso. Participio passato di mostrare.



 


Mi sono data alla lettura dei libri illustrati, graphic novel, graphic biography. Autobiografie, diari di viaggio, diari di guerra, drammi, commedie, l'offerta è varia. Quest'estate alla House of Illustration ho visto una retrospettiva di Posy Simmonds, non la conoscevo. Quella particolare commistione tra testo e illustrazione, dove il testo non  è necessariamente all'interno dei baloon, mi ha colpito molto. Per alcuni scrive troppo testo, io non sono d'accordo. Mi è capitato di leggere libri illustrati molto belli ma sono rimasta delusa dalla narrazione povera, spesso ridotta ad una didascalia. Molte delle sue pubblicazioni nascono a puntate sui quotidiani, come i tradizionali feuilleton ottocenteschi. Lo scorso natale ha pubblicato Cassandra Darke, la storia dickensiana di una terribile gallerista londinese. Aspetto con ansia l'uscita italiana. Dramma o tragedia, commedia o farsa purché il libro non sia un resoconto didascalico finalizzato a sostenere una bella illustrazione.
Di recente è uscita in libreria la storia illustrata FRANCIS BACON La violenza di una rosa, di Cristina Portolano. Quello che cercavo in questo libro è ciò che Bacon definiva il “senso ininterrotto della mortalità”, ovvero un senso di minaccia e una continua angoscia, la frustrazione dell'individuo di fronte al futuro che ha davanti a sé. Ho trovato interessante la scelta come guida narrativa della figurina biomorfica di Bacon; l’impaginazione grafica e le illustrazioni sono molto belle, ma non riesco ad appassionarmi al racconto, nella storia non ho trovato la tensione che cercavo. Mi aspettavo sul serio di venire travolta dal “senso ininterrotto di mortalità”. E' un bel libro ma non è quello che volevo leggere.
Sfoglio gli appunti, ricontrollo le foto della mostre viste ultimamente, ecco Francis Bacon.




 




Finché ne ho avuto la possibilità, ho fatto il mio piccolo pellegrinaggio davanti a questo capolavoro, mi sono fermata nella stanza rotonda della Tate a guardare Tree Studies for Figures at the Base of a Crocifission (1944).
Il 1944 fu l’anno delle V1 e V2, quando vivere a Londra voleva dire sentire ogni ora del giorno e della notte il suono delle esplosioni. Quello è l’anno in cui concluse Three Studies e dove è riuscito a rendere crudeli le figure biomorfiche picassiane e tragico l’arancione.
Nella biografia illustrata cercavo la figura tragica che Bacon è stato. Non l'ho trovata.
Prima che Lucca venga invasa dai cosplayers andiamo a vedere la mostra di Emil Ferris, caso editoriale dell’anno, La mia cosa preferita sono i MOSTRI, la sua opera prima. Emil Ferris è una illustratrice di Chicago che all’età di 55 anni ha pubblicato la sua prima graphic novel. E’ stata illustratrice e modellatrice di giocattoli, poi qualche anno fa - a dispetto di chi ha paura dei lupi, degli orsi e degli squali - è stata aggredita da un animale pericolosissimo, per quanto piccolissimo, una zanzara. L'insetto molesto le ha trasmesso la “febbre del Nilo occidentale”. Paralizzate le gambe e la mano destra ha dovuto reinventarsi una vita e imparare di nuovo a disegnare. Il lavoro è stato travagliato, le ha impegnato tempo e fatica, la sua realizzazione e distribuzione è stata un’odissea (i libri già stampati e pronti per la distribuzione sono stati sequestrati nel porto di Panama perché l’impresa cinese, che li aveva prodotti, nel frattempo era fallita) ma ce l’ha fatta. E’ appena uscita in lingua inglese anche la seconda parte, speriamo Bao la traduca il prima possibile. 
 




La mia cosa preferita sono i MOSTRI rappresenta un nuovo approccio al racconto per immagini, quella commistione testo-immagini che tanto mi è piaciuto in Posy Simmonds, con in più una forte carica drammatica punk. La protagonista è Karen Keyes, una bambina di undici anni, nella Chicago violenta e razzista degli anni Sessanta. “Mama è per metà irlandese degli Appalachi e in parte indiana americana di…chi-sa-dove… si definisce zingara fricchettona…”. Il 14 febbraio 1968 la sua vicina, la signora Anka Silverberg viene trovata morta in circostanze misteriose: colpita al cuore il giorno di San Valentino. Si immagina detective e inizia un'avventura tra cose nascoste, segreti, bullismo, razzismo. Karen è diversa, ne è cosciente. Per sfuggire ad una realtà terrificante si identifica con un licantropo e questa fantasia le permette di rifugiarsi in un mondo fittizio, entrare fisicamente dentro i quadri dell'Istituto d’Arte di Chicago. Vive esperienze che spesso non comprende, rimuove la violenza attraverso la fantasia, conversa con figure a volte reali, a volte immaginarie. I suoi amici sono Missy una ragazzina di cui è innamorata, ingabbiata nel conformismo della sua famiglia e delle amiche "giuste", Franklin un trans afroamericano pieno di cicatrici e Sandy una bambina, che gli altri forse non vedono e, che “dà degli abbracci gelidi”, ha sempre fame, “assomiglia tanto ad un artista che si chiama Andy Warhol di cui Deeze ha una foto appesa in camera. Andy Wharol dipingeva lattine di zuppa e Sandy dice di adorare la zuppa”.
  


 


Progettato come un diario (non c’è una divisione degli spazi da classico albo) è disegnato esclusivamente su fogli a righe, ad anelli, testo e disegni sono strettamente combinati tra loro, tracciati con un segno finissimo a penna a sfera, il pennarello è utilizzato di rado, più che altro per titoli e alcuni testi. Ad intervallare la storia sono le riproduzioni dei fumetti dell’orrore che suo fratello Deeze le regala ogni mese e lei riproduce per imparare a disegnare, mentre i dipinti barocchi e romantici del Museo rappresentano finestre verso l’altrove, liberazione dall’inquietudine quotidiana, luoghi di riflessione, conoscenza e ispirazione.
  
Anche Andy Wharol è stato un piccolo mostro a Pittsburgh. Sandy, il suo alter ego affamato è un bel gesto d'affetto che Emil Ferris fà all'artista. Un atto d'amore è anche ANDY La vita e le avventure di Andy Warhol, di Typex. Dieci capitoli: dall’infanzia vissuta nella città industriale di Pittsburgh alla morte, nel 1987.


 

Dieci differenti stili per ogni periodo saliente e distintivo della sua carriera, ogni capitolo una copertina autonoma che riprende lo stile dello stesso Warhol in quel momento della storia. I personaggi sono introdotti da brevi biografie impaginate in formato figurina da collezione, con tanto di linea tratteggiata prestampata. I capitoli dedicati all’infanzia si rifanno allo stile delle tavole domenicali dei fumetti degli anni Trenta e Quaranta, gli anni cinquanta sono ispirati allo stile di Wharol pubblicitario, seguono i colori piatti delle serigrafie e le copertine di Interview fino al 1987, quando in una sorta di regressione il segno ritorna quello dei fumetti dell’infanzia. Il volume è un tributo alla personalità folle di Andy: dall’infanzia difficile, alla fama, al successo.

 
Per Andy e Karen, i personaggi delle storie sono veri quanto le persone reali, condividono la propensione alla fuga nel mondo dell’immaginario, nei fumetti e nell’arte. Entrambi ad un certo punto attraversano lo specchio, entrano fisicamente nel mondo dei propri eroi e da essi traggono l'energia su cui contare per vivere in un mondo difficile.
ARC


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