lunedì 16 marzo 2015

Conversazione con Paolo Carta/ artista, presidente di Progetto Contemporaneo

Incontro l’artista Paolo Carta presidente di Progetto Contemporaneo un'associazione di promozione sociale che opera attivamente in Sardegna dal 2011.
Ci sentiamo via skype. Parliamo delle attività dell’Associazione, sopratutto le residenze a partire da Candelieri4Residencies del 2012 al recente PAS_Progetto Atelier Sardegna 
L'idea è di attivare un programma di residenze diffuse, strutturate secondo una rete di atelier, distribuiti su tutto il territorio della Regione, messi a disposizione di artisti italiani e stranieri differenti per background culturale ed ambiti di sperimentazione. Sono residenze low badget, che impegnano la comunità per un tempo lungo. Diversi artisti si alternano nel corso dell’anno, in un progetto di ricerca e restituzione, non necessariamente finalizzato alla produzione di un’opera.
Tra i primi paesi ad aderire è Belvì, paese situato nella Barbagia omonima, sul versante meridionale del Gennargentu.


A.R.C. Raccontami come è nata l’idea di Progetto Contemporaneo. Perché fare
un’associazione culturale?
Barbagia di Belvì
P.C. Tu sai arrivo da altre esperienze. Dopo la formazione, dopo l’Accademia mi sono dedicato alla carriera di artista, in maniere diverse. La mia ricerca è cambiata anche grazie all’ esperienza fatta come operatore.
E’, ed è stato, un percorso difficoltoso: diciamo che ti devi inventare, in un continuo confronto.
Fino al 2013 c’è stata l'esperienza  dello spazio indipendente Meme Arte Contemporanea e prossima, che devo dire mi manca. Ma era una questione di lucidità, dover tenere insieme troppe cose, il lavoro d’artista, lo spazio, altri progetti. 
L’idea di Atelier Sardegna è nato proprio durante l’esperienza del Meme. La maggior parte delle persone non credeva potesse riuscire.
Ad un certo punto abbiamo cercato di stabilire degli obiettivi ed individuare delle strategie che potessero essere più fattibili rispetto ad altri. Si è sviluppato Progetto Contemporaneo, nel quale siamo riusciti a convogliare energie e professionalità, per iniziare un discorso sulle residenze. Quello che stiamo realizzando.
Abbiamo iniziato con le residenze del progetto Candelieri4Residencies, poi siamo arrivati a PAS _ Progetto Atelier Sardegna.

Gabriele Arruzzo, 2012, smalti e acrilico su tela. courtesy Progetto Pontemporaneo, Candelieri4residencies_Dinamiche da un'induzione 
A.R.C. Da chi è composta l'Associazione?
P.C. Stefano Serusi, Cristina Meloni, Pier Paolo Luvoni, Laura Vittoria Cherchi e Giorgio Plaisant. Per la maggior parte siamo artisti.

A.R.C. Raccontami la nascita e gli sviluppi di Progetto Contemporaneo?
P.C. Nasce nel 2011. Abbiamo iniziato da subito con i progetti delle residenza. Il primo è stato Candelieri4Residencies del 2012 attivato tra Sassari, Nulvi, Ploaghe e Iglesias: i luoghi dei Candelieri. Poi, per svariati motivi, l’anno dopo il progetto si è svolto soltanto a Sassari.
L’obiettivo era perseguire la ricerca, creare dei confronti. Qualcosa l’abbiamo anche ottenuta. In quell’ edizione, a supporto degli artisti che avevamo in residenza, avevamo coinvolto alcuni artisti sardi. Gli artisti in residenza erano Helena Hladilova e Namsal Siedlecki (Gum Studio), Gabriele Arruzzo, Silvia Camporesi e Arianna Carossa.
Uno degli artisti locali coinvolti è stato Carlo Spiga. Silvia Camporesi che ha svolto la sua residenza a Ploaghe ha avuto modo di confrontarsi con Carlo Spiga con cui è nata una collaborazione.
La residenza ha raggiunto il suo obiettivo.
Nello stesso anno abbiamo realizzato un Workshop alla Galleria Comunale di Cagliari con l'artista Cristian Chironi, sempre con l’obiettivo di coinvolgere artisti sardi. Gli artisti coinvolti erano Chiara Seghene, Alessandro Sau, Enrico Piras, Claudia Matta, Demelza Spiga, Oscar Piras che in realtà è un cantante lirico e Eleonora Todde che si occupa di architettura e design. Anche in quell’occasione si era creato questo confronto molto dinamico e molto interessante.

Helena Hladilova e Namsal Siedlecki (gum studio),
senza titolo, 2012,
installazione. courtesy Progetto Contemporaneo

Candelieri4residencies_Dinamiche da un'induzione 
A.R.C. L’esperienza Candelieri4Residencies si è ripetuta?
P.C. Sì, la seconda edizione è stata fatta solo a Sassari e c’è stato un cambiamento, un po’ troppo radicale, per quanto mi riguarda, però si era deciso così. Del resto le decisioni di un’associazione sono prese in più persone, per cui vanno rispettate. La cosa più difficoltosa, ma anche più utile è mettere da parte quello che è l’ambito personale.
Nel 2013 abbiamo realizzato Candelieri Residencies Program, con la residenza di Nico Vascellari la restituzione con Ascesa (preludio) è stata fatta nel 2014.

A.R.C. Non tutti quelli che leggeranno questa intervista sanno cosa sono i Candelieri. Riassumo velocemente. La Faradda (discesa) è una processione religiosa che si svolge il 14 agosto, a Sassari e, come abbiamo detto, in altri paesi della Sardegna. Prevede la sfilata ceri lignei, portati dai membri dei Gremi (associazioni di arti e mestieri). 
A Sassari è caratterizzata della sfilata a  ritmo di danza lungo il corso principale di Sassari,che è appunto in discesa, ecco perché la Faradda. La processione simile ad una danza è accompagnata dal suono di tamburi e pifferi. 
Fatta questa premessa, raccontami della residenza di Vascellari.

Nico Vascellari, performance 
sonora Ascesa (preludio) 
ispirata alla Faradda dei Candelieri di Sassari
P.C. La residenza vera e propria si è svolta in agosto, nel mese della “Faradda”.
Ha avuto quindi la possibilità di valutare, fare una ricerca e capire su cosa potesse lavorare.
La fase della restituzione Ascesa (preludio) è stato un atto performativo, che si è basato sull’ aspetto più ritmico, unendo il ritmo tipico della Faradda ad un suono più tecno. Una sorta di perdita di orientamento visivo e sonoro.

A.R.C. Secondo te, quanto è difficoltoso e complicato mettere in relazione l’arte contemporanea con una festa religiosa, una tradizione popolare?
P.C. Io la trovo una cosa facilissima. Premetto che in nessuno dei progetti occupo un ruolo curatoriale, ma ho potuto seguire, in entrambi i progetti, tutto lo svolgimento.
Un artista è in grado in base alla sua professionalità alla sua esperienza e formazione, una volta che viene invitato, di attuare un processo di ricerca tale che possa studiare quelli che sono i meccanismi nell’ambito della tradizione. Questa è una cosa in cui credo tantissimo.


A.R.C. Questo da parte dell’artista, ma chi riceve, chi sta dall’altra parte come reagisce. Rispetto agli anni Cinquanta, penso ai progetti di Nivola o i più recenti Maria Lai, sono cambiate molte cose: l’ accesso alle informazioni, al mondo esterno che appare più vicino, la tecnologia.
P.C. Dipende. Puoi trovare le persone di ogni tipo: trovi quelli che comprendono che la ricerca nel contemporaneo deve descrivere per filo e per segno quella che è la tradizione, non è un ritratto, non è una fotografia esatta di quello che avviene, ma è ovviamente una traduzione.
Ovviamente trovi anche situazioni diverse. Cito testualmente. Quando abbiamo fatto la mostra di restituzione nella prima edizione Candelieri4residencies_Dinamiche da un'induzione al Palazzo della Frumentaria, uno tizio mi ha detto. <<Si, va beh! Ma i candelieri dove sono?>> . Quando è terminata la performance di Vascellari si è sentita una voce, che nel video non si sente <<E’ tutto qua, ma stiamo scherzando?>>.

Belvì, 2015. Paolo Carta.
A.R.C. E’ interessante capire come viene recepito da chi lo vive. Mi riferivo proprio a questo.
Parliamo dei progetti attuali, raccontami di PAS _ Progetto Atelier Sardegna.
P.C. Quest’anno abbiamo iniziato a Belvì.
L’idea generale è nata nel 2011, poi si modificato in corso d’opera. L’anno scorso abbiamo fatto promozione nei comuni. Abbiamo spedito il progetto ai 377 comuni della Sardegna.
Nonostante sia un programma di residenze hanno risposto in pochissimi. Il primo è stato Belvì (NU), che ha risposto a due giorni dall’invio della richiesta. E’ stato un inizio bellissimo. Poi Samugheo (OR). Questo ci ha gasato, abbiamo pensato <<abbiamo fatto un progetto grandioso, piace… possiamo lavorare nell’ambito culturale delle arti visive…>> Silenzio. Poi in seguito sono arrivate le risposte di Luogosanto (OT) Guasila (CA), poi abbiamo preso contatti con Villaverde (OR).

A.R.C. Hanno risposto piccoli comuni. E’ molto interessante. Tra l’altro comuni di montagna o piccolissimi. Come attivate il progetto?
P.C. Sì, è molto interessante.  
Come attiviamo il progetto. Considera che un conto è fare il progetto e un conto è realizzarlo. Fare i conti con quelle che sono le difficoltà, le risorse effettive che il comune può mettere a disposizione.
Perché il progetto non può essere attivato se non ci sono dei parametri, non vengono rispettate delle indicazioni. Due sono fondamentali: la locazione. Dobbiamo necessariamente avere a disposizione una casa, l’altra è l’ambito di lavoro, che non sia completamente gratuito. Oggi i comuni, soprattutto quelli piccoli, non hanno niente, considera che questo è un progetto low badget.
Belvì, 2015. Bruno Marrapodi e Laura Vittoria Cherchi

A.R.C. Attualmente a Belvì, che è il primo paese, ci sono degli artisti in residenza. Ho visto che avete pubblicato delle foto su facebook. Chi sono?

P.C. Gli artisti che sono stati selezionati dal bando sono: Bruno Marrapodi un artista che opera nell’ambito della pittura e sta a Milano; Simone Mizzotti, lui è un fotografo che sta a Crema; Justin Tyler Tate canadese, ma ormai cittadino del mondo, opera nell’installazione e nel performativo.

A.R.C. Quale è stato l’obiettivo che vi siete preposti nella selezione degli artisti?
P.C. L’obiettivo nella selezione è stato quello di trovare artisti competenti che non si sovrapponessero fra di loro. E che operassero in maniera complementare. Non che lavorassero insieme, ma che operassero in maniera complementare. Prima ti dicevo che non ci sono soldi per gli artisti, però non mettiamo vincoli.
Belvì, 2015. Justin Tyler Tate e Laura Vittoria Cherchi
Lo scambio è questo: in cambio della residenza chiediamo agli artisti una proposta di attività, che non deve essere necessariamente una mostra o la produzione di un’opera. La scelta è assolutamente libera. Possono proporre un talk, possono proporre un work shop, possono proporre un laboratorio con i bambini.
In itinere il progetto può variare, non ci sono limiti neppure in questo senso. Naturalmente in accordo con la curatrice del progetto che è Laura Vittoria Cherchi.



A.R.C. Quando si concluderà l’esperienza di questi tre artisti? C’è una data di conclusione progetto?
P.C. Fine marzo.

A.R.C. Ho visto che è già partito il bando per le prossime residenze. Non c’è un attimo di respiro.
P.C. Sì, il bando per il secondo ciclo è scaduto il 28 febbraio. Abbiamo ricevuto già le candidature, stiamo facendo la selezione. A Belvì proseguiremo i progetti fino a febbraio 2016, sicuramente. Questo è l’impegno preso con Belvì. Gli artisti che sono qui apprezzano tantissimo quest’esperienza, gli ha permesso una decompressione dai ritmi a cui sono abituati.
In itinere attiveremo anche gli altri atelier, spero quanto prima Samugheo e Villaverde.
Essendo la prima, l’esperienza di Belvì è stata preziosa. Sicuramente rallenteremo i tempi di alternanza residenza-restituzione.

A.R.C.



Dove trovare Progetto Contemporaneo:






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