martedì 7 ottobre 2014

Taccuino di San Pietroburgo condiviso con Igor Kopilov. Quinta puntata.

Manifesta 10. 
 Contemporary Art Centre Sergey Kuryokhin ed ex Scuola dei cadetti. 
Alla ricerca di un senso tra colbacchi, kommunalka, bozzoli in cui rifugiarsi, conflitti.
Si parte sempre e comunque dalla Stazione di Vitebsky. 

Provo a rimettere insieme altri frammenti proposti da Igor.
Ancora qualche settimana e Manifesta smonta baracca e burattini, quindi chiudo qui l’argomento.
Joanna Warsza la responsabile del Public Program di Manifesta 10, interviene alla Stazione Vitebsky di San Pietroburgo, una delle più antiche della Russia, da dove partono e arrivano treni provenienti dall’interno del Paese e dall’ex blocco sovietico Tallin, Vilnius, Varsavia, Kiev. Simbolo di cocente attualità il rapporto della Russia con le sue ex repubbliche sorelle, nel mentre la Crimea infiamma. Da quelle città provengono tutti gli artisti coinvolti dalla curatrice in undici progetti: Pavel Braila, Lado Darakhvelidze, Alevtina Kakhidze, Ragnar Kjartansson, Deimantas Narkevičius, Kristina Norman, Ilya Orlov & Natasha Kraevskaya, Alexandra Pirici, Slavs & Tatars. Il Pubblic Program è una risposta critica, artistica e politica all’attuale crisi politica Russa. L’obiettivo è pertanto quello di attivare un pensiero critico di pluralismo e dissenso, riflessione e discussione. Ho purtroppo scarsi elementi per comprendere quanto questa progetto abbia inciso su un pubblico difficilmente identificabile tra turisti, viaggiatori e umanità varia.
La ricerca dell’identità russa passa ancora una volta per la Stazione di Vitebsky? Non so, passano sicuramente uomini e donne in cerca un futuro migliore, in fuga da un passato che non passa.
Moltissimi altri eventi sparsi per la città hanno cercato di rendere visibile lavori e pensieri di artisti poco noti, giovani ed emergenti. Tra questi ultimi ho percepito nostalgia e disorientamento, non molto diverso da quello che emerge nelle periferie dell’”impero”, ai margini provinciali dell’Europa.

Il senso di impotenza, di incapacità in qualche modo di incidere sul presente, quello che rende tutto soffocante è un sentimento che accomuna artisti fuori dal sistema delle grandi mostre, sia che si viva all’est e che all’ovest.
Nell’isola Vasilievsky, dove c’è il quartiere Universitario e l’Accademia d’Arte si trova il Kuryokhin Modern Art Centre. Qui si svolge da 18 anni un festival internazionale di musica e arte.
Dedicato a Sergey Kuryokhin (1954-1996) una delle figure del
panorama musicale russo contemporaneo più interessante e complessa da definire. Originario della Crimea si trasferì a Leningrado, dove si diplomò in pianoforte alla fine degli anni Settanta.
Nell’1984 fonda il Pop-Mechanika Orchestra. L'atmosfera di Pop Mechanics è stata determinata dal fatto che era inestricabilmente legata all'arte e a Timur Novikov (1958-2002) fondatore di Nova Accademia.

Qui al Centro Kuryokhin Paola Pivi presenta la sua versione sanpietroburghese di “Grrr Jamming Squeak”. 
Pivi ha realizzato 100 registrazioni di varie specie di animali, uccelli, cojote, gatti, e le registrazioni di 20 strumenti musicali. I visitatori sono invitati a entrare in uno studio di registrazione, completamente equipaggiato, ad ascoltare e registrare. Con l’aiuto di un tecnico del suono possono creare una composizione musicale.
Alle dieci del mattino, non è possibile visitare l’opera di Paola Pivi, apre alle 12.00.
Igor chiede di entrare lo stesso per fare un giro nel centro. Ci sono i resti di una festa. Forse l’anniversario di Kuryokhin ? E’ morto nel 1996 per un tumore al cervello. <<No! -
risponde un ragazzino che si è appena svegliato - abbiamo festeggiato il compleanno della signora Kuryokhina, la vedova di Sergey e General producer del Centro. >>
Nell’isola Vasilievsky, altri eventi. Negli ex uffici della scuola del Corpo dei cadetti del Palazzo Menshikov, primo edificio in pietra della città, che dal 1731 ha ospitato la scuola del Corpo dei cadetti, oggi parte dell’ Hemitage sono presenti opere di giovani artisti russi. Il passato, la nostalgia presente nei lavori si mescola alla monumentale fatiscenza dell’ ex edificio dell’apparato militare. I grandi congressi, i fantasmi del passato sono presenti ovunque. Si percepisce un senso di straniamento, nostalgia e claustrofobia tutto insieme.
Non so se ci saranno altre puntate da San Pietroburgo, almeno per il momento questa è l’ultima incursione per comprendere la Russia ai tempi di Manifesta 10.
A.R.C.
I.K.


Indice delle puntate:

alcuni link:

Fine

Nessun commento:

Posta un commento