venerdì 25 luglio 2014

Arte nell’epoca dell’ identità instabile.

ARTE NELL’ EPOCA DELL’ IDENTITÀ INSTABILE.

Marcello Scalas, O noi o io no, 2013
Le fondamenta degli incurabili, Sassari.
Le considerazioni di alcuni studiosi, saranno il punto di partenza per una riflessione sull'arte oggi.
Per Federico Ferrari, c’è in atto una polemica sull’ arte contemporanea, fondata sull’ idea che esistano due entità chiamate entrambe "arte", che condividerebbero uno stesso spazio sociale e culturale, ma in realtà profondamente differenti, per le diverse modalità attuate nel confrontarsi con la rappresentazione visiva.
Da una parte ci sarebbe l'arte, quella manifestazione della cultura umana che si concretizza in oggetti e manufatti secondo dettami e spinte ideali sedimentate all’ interno di una tradizione millenaria. Dall’ altra qualcosa di indefinibile <<che si struttura secondo regole ed esigenze del tutto inedite nella storia dell'umanità, come la comunicazione, il marketing, il mercato globalizzato, la dissoluzione del gusto, la frammentazione delle culture>>.[1]

Questo qualcosa di indefinibile è l’ Arte Contemporanea.
Capita che appassionati d’arte, persone comuni con interessi non specifici, considerino sinonimi Arte Moderna e Arte Contemporanea. Il termine “moderno” è spesso utilizzato come classificazione di una categoria estetica, e il termine “contemporaneo” in senso cronologico, come periodizzazione. Contemporaneo viene utilizzato come sinonimo di attuale e moderno come genere.
Antonella Spanu,
Artista emergente, 2011
54 Biennale di Venezia, Padiglione Sardegna.
Antonella Spanu,
Artista emergente, part., 2011
54 Biennale di Venezia, Padiglione Sardegna.
Mantenere la confusione non aiuta a diradare la polemica.
L’Arte Moderna, che si sviluppa all’ interno di una civiltà industriale, metropolitana e complessa, conserva, pur nelle varie scuole, correnti, e movimenti il rispetto dei materiali tradizionali (pittura su tela con telaio, scultura su piedistallo), dando maggiore attenzione all’ espressione dell’interiorità dell’artista, che in epoca classica ha sempre rappresentato un problema.
L’ Arte Contemporanea si struttura invece attorno alla perdita del criterio di ”autenticità” dell’interiorità, privando in gran parte dei casi, l’opera del passaggio attraverso la mano dell’artista, e quando utilizza materiali tradizionali lo fa in modalità non tradizionale.
La nostra cultura attuale si è formata a partire dalla fine dell’Ottocento sul paradigma dell’Arte Moderna. Oggi, il Moderno confligge con il paradigma del Contemporaneo, che coincide con instabilità, mancanza di un nucleo identitario in cui riconoscersi, perdita del criterio di ”autenticità” dell’interiorità.
Come dice Angela Vettese <<Il Novecento si è aperto con un nugolo di teorie destabilizzanti e il Duemila proseguire su quelle premesse. La relatività di Einstein, la fisica quantistica di Planck, il concetto di inconscio di Freud, il teorema di incompletezza di Gödel, il principio di indeterminazione di Werner Heisenberg, se non hanno cambiato la nostra vita in maniera immediata hanno corroso nel tempo le nostre convinzioni (...)>>[2]
Giusy Calia,
Sylva, 2010
In fila per due, 
Libreria Koinè, Porto Torres
Le opere di molti artisti, oggi, sono caratterizzate dalla mancanza di un’identità definita, che si traduce nel rompere completamente con le certezze della tradizione (monumenti eterni, celebrazione di eterne certezze), includendo nell’ opera l’indeterminato, quello che forse non avrà durata (opere deperibili ed effimere, un uso dei materiali tradizionali in modalità non tradizionale). Gli artisti si muovono da una disciplina all’ altra, da un supporto all’ altro, senza nessuna gerarchia, tra un’azione effimera e una scultura, un video, un’installazione o una performance. <<Non si può fare il Partenone in un mondo in cui vige il dubbio.>>[3]
Pinuccia Sini,
Contenuto/Contenitore, 2011,
In fila per due,
Libreria Koinè, Porto Torres
L’arte contemporanea utilizza le regole del marketing e della comunicazione, perché questo è il nostro presente: il mercato è globalizzato, non esiste un’uniformità di gusto, né una cultura stabile. Può non piacerci, ma questo è il tempo che viviamo.
La non accettazione di questa modalità creativa ha dato vita alla polemica sull’ arte contemporanea. Collocata sul piano del discredito, pone la questione in termini di integrazione ed esclusione dal sistema dell’arte.
La polemica ha spostato il dibattito pubblico su implicazioni di carattere censorio. Il tale fa arte o non fa arte? L’operazione degli studiosi dovrebbe essere quella di ricondurla sul piano delle questioni estetiche e chiedersi se il tale realizza buone opere o dei pessimi oggetti.
Come evitare di cadere nel giudizio censorio di arte/non arte?
Natalie Heinich considera quella che oggi viene chiamata nell’ arte figurativa “arte contemporanea”, non un momento dell’evoluzione artistica, corrispondente ad una periodizzazione, bensì un “genere” dell’arte.
<<L’arte viene oggi concepita in tre modi differenti, ugualmente praticati ma diversamente valorizzati in base al grado di acculturazione degli spettatori. Li si potrebbe definire tre tipi di “paradigma”(per chi è coinvolto nella difesa dell’uno o dell’altro) o tre “generi” (per chi osserva) dell’arte, categorie eterogenee che possiedono criteri e caratteristiche propri e si declinano in altri “sottogeneri”. Queste categorie dell’arte esistente oggi possono essere distinte in Arte Classica, Arte Moderna, Arte Contemporanea. In questa categorizzazione contemporaneo non è sinonimo di attuale.>>[4]
Josephine Sassu,
Morte a Venezia, 2011,
Sorso
Come non si ha difficoltà ad accettare che la Musica Contemporanea rappresenti un genere musicale, in coesistenza con altri generi Classica, Rock, Pop, Jazz allo stesso modo si potrebbe dire che nella produzione artistica attuale coesistono più generi, tra i quali “l’Arte Contemporanea”. Del resto, “Musica Classica” o “Balletto Classico” definiscono un genere, non un periodo. Dire Arte Contemporanea non è uguale a dire arte attuale.
“L’oggetto, il manufatto, pittura o scultura, video o installazione è portatore di contenuti e in quanto tale suscita riflessione. Questa riflessione non esclude il rifiuto di chi guarda.” <<Chi voglia comprendere le implicazioni dell’opera deve entrare nel suo processo costitutivo e chiedersi come funziona>>[5].
ARC



[1] Cfr. Federico Ferrari, "Introduzione", AAVV.,“Del Contemporaneo. Saggi su arte e tempo. Bruno Mondadori, Milano, 2007
[2] Cfr. Angela Vettese, Si fa con tutto. Il linguaggio dell’arte contemporanea”, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010.
[3] Cfr. Angela Vettese, Si fa con tutto. Il linguaggio dell’arte contemporanea”, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010.
[4]Cfr. Natalie Heinich  “Per porre fine alla polemica sull’arte contemporanea”, AAVV.,“Del Contemporaneo. Saggi su arte e tempo. Bruno Mondadori, Milano, 2007.
[5] Cfr. Angela Vettese, Si fa con tutto. Il linguaggio dell’arte contemporanea”, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010.

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